Esprimiamo
il nostro pieno sostegno all’istanza dei magistrati di prima nomina e
con le nostre parole vorremmo dare ancora più forza alla loro voce.
Lo
facciamo come comitato esecutivo di Magistratura Democratica, in
sintonia con le ferme critiche già espresse da Area sul decreto legge
168/2016, ma questo comunicato, a differenza degli altri, desideriamo
firmarlo tutti, con i nostri nomi. I nomi di magistrati di
ogni generazione che, nel riaffermare la loro distinzione solo per
funzioni, chiedono all’ANM di proseguire e di intensificare le
iniziative avverso il decreto.
Non
è tollerabile che la politica, ancora una volta senza alcuna vera
interlocuzione con l’Associazione Nazionale Magistrati, si sottragga a
scelte incisive per il funzionamento della giustizia scaricando sulle
spalle dei colleghi più giovani le difficoltà del sistema e nel contempo
strizzando l’occhio a chi ricopre incarichi di vertice; né è
tollerabile che ancora una volta scelga lo strumento della decretazione
d’urgenza per intervenire in alcune opinabili materie, quando
importanti riforme attese per anni sono state rinviate, per poi finire
in binari morti…
L’innalzamento
del termine di legittimazione al trasferimento da tre a quattro anni
per i magistrati di prima nomina non comporta vantaggi sostanziali in
termini di efficienza, ma incide pesantemente sulle aspettative e sulle
scelte di vita di persone destinate a sedi difficili, delicate ed
esposte a rischi. Così come incide negativamente sul diritto di questi
stessi giovani colleghi ad avere un periodo congruo di formazione
professionale prima di assumere le funzioni giurisdizionali la riduzione
del periodo di tirocinio da 18 a 12 mesi.
Non
è egualmente condivisibile la scelta contenuta nel decreto di
trattenere in servizio i vertici della Cassazione con un secondo decreto
di proroga. Ed anche l’eventuale estensione della proroga a tutti gli
altri direttivi non renderà politicamente opportuna una scelta che sin
dall’inizio (nel 2014, allorché è stata decisa la riduzione dell’età per
il collocamento a riposo dei magistrati) non doveva essere fatta
attraverso lo strumento della decretazione d’urgenza e senza ponderare
le ricadute sulla funzionalità complessiva del sistema.
Con
il decreto legge 168/2016 il Governo avoca a sé la decisione
sull’avvicendamento dei vertici della magistratura di legittimità, dei
due componenti di diritto del Consiglio Superiore e di due dei tre
componenti del suo Comitato di Presidenza, penalizza i giovani
magistrati, inocula i germi di una frattura tra magistrati di
legittimità e magistrati di merito, nonché tra generazioni di
magistrati.
Il
dissenso della magistratura deve essere forte e compatto su tutti
quegli aspetti del decreto che mortificano il suo governo autonomo e le
giuste esigenze dei giovani magistrati e nulla apportano in termini di
efficienza del sistema giustizia.
Carlo De Chiara,
Riccardo De Vito, Daniela Galazzi, Mariarosaria Guglielmi, Gaetano Paci,
Stefano Pesci, Egle Pilla, Luca Poniz, Simona Ragazzi, Luca Semeraro
(27 settembre 2016)