ROMA – “La sentenza della Corte di Cassazione su quanto accaduto alla scuola Diaz di Genova nel luglio 2001 riconosce in via definitiva che anche alti funzionari della Polizia di Stato si resero colpevoli di gravi reati, così violando fondamentali diritti di uomini e donne inermi che avrebbero invece dovuto proteggere. La gravità dei comportamenti criminosi accertati a carico di persone che per anni sono state ai vertici della Polizia di Stato deve costituire un monito per le Istituzioni, affinché questi fatti non vengano archiviati solo come un mero -incidente- di percorso.
I cambiamenti che le condanne impongono non possono limitarsi alla già disposta sostituzione dei funzionari ritenuti colpevoli, ma richiedono profondi interventi riformatori, sia sul versante normativo, con la necessaria introduzione del reato di tortura (come previsto dall’art.1 Convenzione ONU contro la tortura e dal relativo Protocollo volto alla prevenzione di tortura e maltrattamenti), sia sul piano operativo, rendendo possibile l’identificazione da parte di ciascun cittadino degli appartenenti alle forze di polizia impegnati in operazioni di ordine pubblico.
Più in generale è necessario che gli operatori siano formati a fare della forza o delle armi un uso effettivamente residuale e siano sensibilizzati al ruolo di eccezionale importanza che svolgono nella formazione della prova, quali sottoscrittori di atti fidefacenti. Solo in questo modo si potrà dare un senso alle scuse che le vittime inermi di questa drammatica vicenda hanno oggi ottenuto. Una vicenda che, per quanto possibile, pur tra mille difficoltà ed ostacoli, il nostro ordinamento costituzionale, garante della piena autonomia ed indipendenza della magistratura, ha consentito di accertare senza precostituite sacche di impunità.”
L’ESECUTIVO DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA
(11/07/2012)