Come eravamo
Cos'è "Parole di Giustizia"?
Parole di Giustizia nasce a La Spezia, oltre un decennio fa, curata ed ideata dall'Associazione di Studi giuridici Giuseppe Borrè e da Magistratura Democratica e poi cresce nelle varie edizioni fino allo scorso anno in cui grazie al felice connubio con il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Urbino Carlo Bo, la Fondazione Carlo Maria Verardi e l’Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino trova nuova linfa e vitalità, spostandosi nel centro delle Marche tra le città di Pesaro ed Urbino, quest’anno anche a Fano, ottenendo anche numerose adesioni tra cui quella dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Cosa si propone Magistratura democratica nel promuovere iniziative di questo tipo?
Magistratura democratica crede che l'uguaglianza delle persone, la tutela dei diritti di tutti, la capacità di sintesi tra culture diverse siano il banco di prova delle democrazie contemporanee, spesso rimanendo obiettivo irrealizzato, lo scrive Livio Pepino, tra i principali ideatori della manifestazione, in tante occasioni di presentazione di questo evento nelle sue numerose edizioni.
Così la giustizia sembra talvolta ridursi da orizzonte di vita decorosa e serena per tutti a insieme di procedure per risolvere controversie e conflitti. È in questo contesto che è nata l'idea di un appuntamento annuale teso a recuperare la consapevolezza del carattere etico e politico oltre (e prima) che tecnico della questione giustizia.
La manifestazione ha come punto focale l’osservazione della società e della giustizia, la quale ultima, però, non vuole “celebrarsi” dal di dentro, ma mettersi in connessione con le altre discipline attraverso una rete che affronti i grandi temi della “ingiustizia sociale” e delle aspirazioni al bene comune: un appuntamento che non può, in quest’ottica, che essere corale ed aperto a giuristi, studiosi, politici, personaggi pubblici di diversa estrazione culturale, finalizzato a mettere in campo i diversi angoli di osservazione, sottoponendoli al giudizio dei cittadini, entrando nelle scuole ed assumendo come sede le aule pubbliche dell’Università e dei luoghi aperti alla cittadinanza.
Dopo aver analizzato, nelle precedenti edizioni, i "nuovi diritti" e i "diritti negati", i modelli di governo della società e di tutela (o mancata tutela) dei diritti fondamentali, l’intreccio tra bene comune e beni comuni, il funzionamento in concreto della democrazia e la questione morale, il futuro dell’Europa, la partecipazione dei cittadini alla vita del Paese e la rappresentanza, il tema del senso di insicurezza dei cittadini e della società, in cui si intrecciano realtà e strumentalizzazioni, paure e diritti, Parole di Giustizia si apre quest’anno anche al senso della “città da pensare” come luogo di progettazione politica degli scopi e degli obiettivi che una società si propone come primari, in un viaggio che attraversa la città nelle sue varie declinazioni (l’architettura, lo spazio aperto, il carcere, la guerra). Ci si muove attraverso un tempo magistralmente scandito in apertura dalla lectio magistralis del nostro mentore Luigi Ferrajoli, che introdurrà il concetto di cittadinanza del mondo; e in chiusura da quella dell’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, convinto assertore che “legge” e “costruzione della città” sono due facce della stessa medaglia, laddove la mappa della città è fedele specchio della distribuzione e della gestione del potere politico ed economico di quel territorio.
Parole di Giustizia è anche il nostro luogo, il nostro festival della confusione di “generi”, di “credi”, di “aspirazioni”, che proviamo a fare diventare il luogo di tutti, convinti, come siamo, che la dea DIKE può riscattarsi dal suo piedistallo con cui giudica gli uomini dall’alto in basso, solo mescolandosi tra di loro e osservandone le loro miserie ma anche la loro straordinaria capacità di rinascita.
Vi aspettiamo numerosi
Il Presidente di Magistratura democratica
Cinzia Barillà
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