ROMA – Alcuni commenti politici o giornalistici sulle vicende di ieri in materia di giustizia hanno messo sullo stesso piano le nomine delle Presidenze di Commissioni parlamentari e la votazione del Csm che ha designato il dr. Giorgio Santacroce alla Presidenza della Corte di cassazione.
Si tratta di fuorvianti semplificazioni, che, senza tener conto delle specifiche professionalità e qualità dei candidati e del contenuto delle proposte approdate in Plenum, finiscono per appiattire le scelte del Csm su logiche proprie della politica dei partiti, rivelando l’incapacità di cogliere la specificità del pluralismo dei giudici, che costituisce la ricchezza della giurisdizione, e la strutturale complessità di amministrazione della giurisdizione da parte del Csm.
Va, poi, respinta come inaccettabile e offensiva per tutta la Corte e suoi singoli componenti, a partire dal Primo Presidente, la rappresentazione delle votazioni di Palazzo dei Marescialli come un’ipoteca sull’esito delle future decisioni della Cassazione.
Senza nascondere i rischi e le difficoltà della stagione che vivono le istituzioni e il Paese, i magistrati di merito e quelli di legittimità sapranno tenere fermi e far vivere nella realtà quotidiana la separazione dei poteri e l’indipendente esercizio della giurisdizione, nel pieno rispetto della pari dignità di tutte le funzioni giudiziarie e del principio di uguaglianza dei cittadini.
Anna Canepa segretario generale Magistratura democratica
Luigi Marini presidente Magistratura democratica
(9 maggio 2013)