Riceviamo e pubblichiamo da Psichiatria Democratica
NON deve stupire l’eccezionale misura di sequestro, parziale o totale,
negli OPG di Montelupo F.no e Barcellona Pozzo di Gotto (oltre che di
alcuni containers adibiti ad attività di assistenza psichiatrica a
L’Aquila). Non è certamente con dubbi interventi cosmetici, da noi
stessi denunciati dopo una recente visita a Montelupo, che si assicurano
le condizioni di vivibilità ed assistenza sanitaria in strutture che la
Legge vuole chiuse entro il prossimo febbraio.
La “gravosa responsabilità” assunta dalla Commissione di inchiesta sul
Servizio Sanitario Nazionale deve richiamare Regioni e Dipartimenti di
Salute Mentale ad una conseguente responsabilità per riprendere, in
tutte le sedi, nazionali e regionali, il processo di chiusura degli OPG
che negli ultimi mesi, col pretesto di attendere l’emanazione di
ulteriori atti regolamentari da parte del Ministero, ha segnato il
passo: in questo modo non solo non sono sti utilizzati i finanziamenti
esistenti ma nemmeno si è dato compiuto seguito alla dimissione di
quegli internati considerati immediatamente dimissibili fin dalla prima
indagine della Commissione.
Occorre che i DSM formulino i progetti terapeutico-riabilitativi in vista della dimissione di tutti
i soggetti internati provenienti dal loro territorio: solo così sarà
possibile ipotizzare e realizzare nel tempo delle risposte
personalizzate senza appiattirsi sulla realizzazione, a priori, delle
strutture destinate ad accoglierli. Senza conoscere quali sono i bisogni
assistenziali di ciascun paziente, la realizzazione di strutture, tanto
più se identificate con quelle a maggiore capienza (20 p.l. a
prescindere dalle reali necessità assistenziali) non potrà che tradursi
in una trans-istituzionalizzazione.
Occorre che le alternative all’OPG offrano invece una gamma di
soluzioni, dal rientro al proprio domicilio all’appartamento protetto,
dall’inserimento in qualcuna delle strutture territoriali della salute
mentale già esistenti alla realizzazione di piccole comunità di
accoglienza, fino a soluzioni a maggior grado di protezione, come
prevede la legge. Va altresì ribadito che tutte queste soluzioni devono
essere aperte ad accogliere anche pazienti in misura di sicurezza
diversa dall’invio in OPG.
Appare evidente che se in questo processo è determinante il ruolo
giocato dai DSM (come delle altre Unità Operative in grado di rispondere
ai bisogni prevalenti dell’utenza) è altrettanto necessario che le
Regioni, tutte ed in particolare quelle sedi di OPG e pertanto
coordinatrici di bacino, svolgano la loro funzione di promozione e di
vincolo nella richiesta di finanziamenti, tanto di parte corrente che in
conto capitale, ai progetti dipartimentali.
In questo complesso processo non può essere estranea la Magistratura,
giudicante e di sorveglianza, cui certamente compete la determinazione
della forma in cui applicare al misura di sicurezza, almeno fino a che
non interverrà in merito la modifica dei codici, cui devono essere
offerte certamente collaborazione da parte dei DSM ma anche soluzioni
concrete alternative all’invio in OPG.
Vogliamo sottolineare che per chiudere presto e bene gli OPG, la strada
maestra resta – lo andiamo ribadendo da mesi – produrre progetti
individualizzati per ciascun utente, in quanto così si garantisce
concretamente l’utente. Inoltre e solo così, le Regioni, gravate dai
debiti, potranno correttamente allocare tutte le risorse a loro
disposizione evitando sprechi: è’ necessario,perciò, che i gruppi di
lavoro delle Regioni rifuggano dalla tentazione di attivare
strutture/caserme ma si impegnino, con tutte le realtà territoriali, a
fare crescere luoghi di vita modulati, secondo le esigenze e i bisogni.
Il percorso tracciato dalla Commissione Marino – a cui tutti dobbiamo
essere grati – è netto e chiaro: il Paese volti pagina, si doti al più
presto di strumenti di accoglienza che garantiscano la presa in carico
globale degli utenti. Si chiuda definitivamente questa brutta pagina
della nostra storia contemporanea perchè, come è stato ribadito nella
Conferenza stampa da parte della Commissione che annunciava i sequestri
delle strutture ” si tratta della vita di più di mille persone e la
chiusura degli OPG è un passo di civiltà irrinunciabile”.
19 Dicembre 2012
Dott. Emilio LUPO; Dott. Luigi ATTENASIO; Dott. Cesare BONDIOLI; dott. Salvatore Di FEDE