Magistrati e libertà di pensiero

Comunicato

Magistrati e libertà di pensiero

di Esecutivo di Magistratura Democratica

Magistratura Democratica ha sempre rivendicato la libertà dei magistrati di manifestare liberamente il proprio pensiero e di partecipare al dibattito pubblico, anche politico.

Come magistrati siamo consapevoli che l’esercizio di tale diritto deve ispirarsi a criteri di equilibrio e di misura e che nell’intervento pubblico la capacità di esprimere con forza le proprie idee deve coniugarsi con il rigore nel ragionamento, la sobrietà dei toni, l’apertura alle ragioni degli altri.

L’attenzione a questi criteri ci ha consentito di partecipare attivamente in questi mesi al dibattito sulla riforma costituzionale, di formulare critiche severe e di rivendicare con forza la “bontà” delle nostre ragioni, sempre espresse  nell’ambito di una riflessione articolata e approfondita, che si è sviluppata sul sito, nella rivista e nei convegni e che si è svolta con spirito costruttivo e senza coinvolgimento in logiche di schieramento politico.

Possiamo allora rivendicare di aver contribuito, in tutte le sedi e i contesti pubblici, a mantenere il confronto a quel livello “alto” che richiede un dibattito sulla nostra Costituzione.

E riteniamo che, per questo, sia chiaramente strumentale la presentazione fatta dalla stampa alcuni giorni fa del post di Francesco Caruso, comparso sul suo  profilo privato di  Facebook, in termini di un suo deliberato intervento pubblico nel dibattito sul referendum costituzionale, cui è seguita la notizia della segnalazione di tale intervento al titolare dell’azione  disciplinare.

Esprimiamo preoccupazione per le modalità con le quali è stata divulgata una comunicazione che non era destinata al dibattito pubblico sulla riforma Costituzionale e agli organi di stampa.

Riteniamo particolarmente allarmante che la non condivisione dei contenuti e delle forme utilizzate nella libera manifestazione del pensiero possa essere trasferita sul piano della valutazione di profili disciplinari: una sovrapposizione che, al di là della opportunità di toni e contenuti,  rischia di  compromettere il fondamentale diritto di libertà di manifestazione del pensiero, e che ci appare ancora più grave quando, come in questo caso, le opinioni non sono state espresse dal collega nell’esercizio delle sue funzioni e nelle forme di un intervento pubblico, ma in una sede di confronto libero ed informale.

Mariarosaria Guglielmi, segretaria generale di Magistratura democratica

Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica

(6 dicembre 2016)

06/12/2016

Articoli Correlati

Eventi

Relazione sull'accesso di Magistratura democratica alla Rems di Calvi Risorta del 16 novembre 2024


Il 16 novembre 2024, la sezione napoletana di Md ha organizzato un accesso alla Rems di Calvi Risorta (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza) cui hanno partecipato, oltre ad alcuni iscritti all’associazione, anche magistrati non iscritti ed avvocati dell’Associazione Antigone Campania. 

Comunicati

Il Csm interviene a tutela del Tribunale di Bologna


Ci troviamo in un momento storico in cui si ripetono – con frequenza e intensità crescente – ripetute aggressioni mediatiche alla persona di singoli magistrati: si tratta di attacchi gravi per i toni utilizzati – spesso sguaiati, gratuitamente offensivi, quando non violenti – e perché, spesso, provengono da persone che rivestono alti incarichi istituzionali; dichiarazioni che, poi, risultano amplificate dai media, talora con un’ulteriore esasperazione dei toni che rischia di sollecitare – come già sta avvenendo – risentimento e violenza verbale verso chi ha il torto di esercitare una pubblica funzione. 

Comunicati

Il Csm riprenda a esercitare la sua funzione di tutela della credibilità dell’Ordine giudiziario


Si ripetono con sempre maggiore frequenza gravi attacchi ai magistrati che – nell’esercizio delle loro funzioni – assumono decisioni sgradite alla contingente maggioranza politica. 

Noi e Medel

Dichiarazione sugli attacchi contro la magistratura italiana


MEDEL esprime forte preoccupazione per gli attacchi pubblici e la campagna mediatica in corso contro la magistratura a seguito delle decisioni emesse dalla sezione della protezione internazionale del Tribunale di Roma in relazione ai primi casi di applicazione del cd. Protocollo Italia-Albania.

Comunicati

Le conseguenze della “gogna mediatica”: Silvia Albano denuncia le minacce ricevute alla Procura di Roma


Silvia Albano, giudice esperta in materia di immigrazione, ha da sempre rilasciato interviste di taglio divulgativo sul tema della sua specializzazione, ha partecipato a convegni e occasioni di approfondimento insieme ad altri magistrati, ad avvocati e professori universitari.