Comunicato
L'autogoverno che vogliamo
Le mail che Paolo Carfì, Franco Cassano e Francesco Vigorito hanno diffuso spiegano l’evoluzione dei fatti di cui si è parlato molto in questi giorni e consentono una prima ragionata riflessione.
Prendiamo atto che si ribadisce il rifiuto di un certo modello di autogoverno ispirato non alla valutazione dei profili professionali e personali dei candidati, ma all’appartenenza ovvero a rapporti personali.
Al di là delle prese di posizione dei consiglieri, quanto è accaduto deve comunque costituire l'occasione per una verifica dei principi e delle prassi dell’autogoverno.
La sfiducia diffusa nei confronti dei meccanismi di funzionamento deve trovare una risposta all’altezza dei compiti che la Costituzione affida all’organo di autogoverno e ai bisogni della giurisdizione. Occorre perseguire percorsi di selezione trasparenti che emarginino tutte le forme improprie di condizionamento.
Per questo chiediamo ai magistrati che operano nell’autogoverno, locale e centrale, di assumere come priorità una chiara scelta in favore della trasparenza e del rifiuto di ogni logica di appartenenza e di evitare che le loro valutazioni siano e appaiano condizionate dall’esterno. Allo stesso tempo chiediamo a tutti i magistrati che si riconoscono in Area di incarnare nella quotidianità dei loro comportamenti quel patrimonio di valori e di esperienze su cui fondiamo la nostra idea di autogoverno; e, dunque, di sottoporsi alle valutazioni che li riguardano attendendo con serenità le decisioni istituzionali ed affidandosi al rispetto delle regole, senza ricercare scorciatoie collegate all'appartenenza o ai rapporti di natura personale.
A differenza di altri contestatori delle appartenenze altrui, non intendiamo difendere in nessun caso chi pratica metodi di valutazione che non si basano sulle qualità personali e professionali dei candidati. E abbiamo il dovere di discutere di tutto questo anche in modo pubblico, come stiamo facendo senza ipocrisie, convinti che la dialettica trasparente sia utile al miglioramento di tutti.
La prima assemblea nazionale di Area del 30 novembre-1dicembre sarà un'occasione per confrontarci e riflettere insieme sul tema non solo per ribadire i principi ma per elaborare anche concrete modalità di controllo e verifica delle prassi.
A tutti, i rappresentati e i rappresentanti di Area, chiediamo con forza di rendere riconoscibili questi valori, perché è soltanto su queste basi che intendiamo, insieme, costruire Area".
Il Segretario del movimento per la giustizia –art.3
L’esecutivo di MD
(27 novembre 2012)
Articoli Correlati
Noi e Medel
Dichiarazione sugli attacchi contro la magistratura italiana
MEDEL esprime forte preoccupazione per gli attacchi pubblici e la campagna mediatica in corso contro la magistratura a seguito delle decisioni emesse dalla sezione della protezione internazionale del Tribunale di Roma in relazione ai primi casi di applicazione del cd. Protocollo Italia-Albania.
Comunicati
Le conseguenze della “gogna mediatica”: Silvia Albano denuncia le minacce ricevute alla Procura di Roma
Silvia Albano, giudice esperta in materia di immigrazione, ha da sempre rilasciato interviste di taglio divulgativo sul tema della sua specializzazione, ha partecipato a convegni e occasioni di approfondimento insieme ad altri magistrati, ad avvocati e professori universitari.
Nota
La mail, che cosa c’era davvero scritto, le reazioni esorbitanti
Vogliamo consentire a tutti di valutare con sincerità e senza surreali strumentalizzazioni il contenuto di una riflessione del giudice Marco Patarnello che ha provocato reazioni delle massime istituzioni politiche e di alcuni organi d'informazione del tutto esorbitanti rispetto a ciò che realmente è stato scritto.
Comunicati
Le mancate convalide dei trattenimenti in Albania: una soluzione obbligata
I provvedimenti del tribunale di Roma, sezione immigrazione, sono diretta e prevedibile conseguenza della sentenza del 4 ottobre della corte di giustizia, investita da un giudice della Repubblica Ceca.
Documento approvato dal Consiglio nazionale del 12 ottobre 2024
Il diritto penale non può essere una costante “emergenza”
Il Consiglio nazionale di Magistratura democratica esprime preoccupazione di fronte a diversi interventi – alcuni annunciati e altri già realizzati – di “riforma” in materia penale.