La sentenza della Corte di cassazione di cui tutti
parlano in questi giorni è importante sotto il profilo culturale e
politico prima che per il suo rilievo meramente giuridico.
Deve essere infatti sfrondata dal significato erronemante
attribuitole da alcuni esponenti politici e dai titoli di giornali e
telegiornali. Non sancisce alcuna adozione a coppie omosessuali od affidamento
a coppie omosessuali, non essendo questo l’oggetto del giudizio. Spiega che,
all’affidamento esclusivo di un figlio ad uno dei genitori, non osta l’orientamento
sessuale di costui e nemmeno che abbia deciso di coltivare una relazione od
addirittura una stabile convivenza con una persona dello stesso sesso.
Una scelta di civiltà ed ancora prima di civiltà giuridica
perchè frutto della constatazione che non vi sono evidenze scientifiche, nè
regole di esperienza che inducano a ritenere che l’orientamento sessuale incida
negativamente sulla capacità genitoriale.
Non tutti la pensano così.
Ha commentato monsignor Domenico Sigalini, presidente commissione
CEI per il laicato: “non si può costruire una civiltà sui tribunali” (La
Repubblica pag. 2 del 12.1.13).
Mi sembra che sia accaduto in passato e accadrà in futuro
proprio così-
Nel mondo globalizzato che ha messo in crisi le istituzioni
nazionali, prime fra tutte le assemblee legislative, spetta alle Corti, nazionali
e sopranazionali, in un dialogo virtuoso fra loro, affermare diritti ove non
esistono e tutelare i diritti quando vengono calpestati. Anzi, proprio, la
giurisprudenza, nell’infinito lavoro di risolvere i casi concreti, può essere
il motore per l’affermazione di una nuova stagione della democrazia che si
fondi sull’universalità dei diritti, sul rifiuto della discriminazione, sul
rispetto dell’individuo.
Giovanni “Ciccio” Zaccaro
segretario Md Bari