Ci ha lasciati Luigi De Marco, uno dei fondatori di Magistratura democratica
È chiaramente impossibile esaurire in poche righe il ricordo di una persona che, per la magistratura tutta (e per Magistratura democratica in particolare), è stata importante.
Luigi De Marco fu – prima ancora della costituzione di Magistratura democratica – componente del primo Consiglio superiore della magistratura, all’inizio del periodo di disgelo costituzionale.
Soprattutto ci piace ricordare che Luigi fu uno dei ventisette magistrati che – il 4 luglio 1964, nell’aula magna del Collegio Irnerio di Bologna – sottoscrissero la mozione costitutiva di Magistratura democratica. Fu poi componente del Consiglio nazionale di Magistratura democratica, ne divenne Presidente e fu direttore del notiziario di Magistratura democratica.
Furono anni di appassionato impegno perché si avverassero le promesse scritte nella Carta costituzionale. Furono anni pieni di contrasti. Luigi De Marco si spese – in anni difficilissimi per il nostro Paese – perché la magistratura prendesse sul serio la Carta fondamentale, e, nell’interpretare la legge, si sentisse vincolata agli indirizzi egualitari e di emancipazione scritti nell’art. 3, comma 2, della Costituzione. Furono anni di contrasti interni alla magistratura, per provare a vincere derive gerarchiche che ingessavano la corporazione; furono anni di polemiche contro i poteri forti (politici, economici, occulti) che condizionavano il Paese; furono anni di lotta intellettuale per vedere confutata nella cultura giuridica il falso mito della neutralità tecnica del diritto; furono anni di aspri contrasti per vedere affermata la cultura delle garanzie nelle aule giudiziarie e nel Paese.
Luigi De Marco – non da solo, ma accompagnato dall’intellettuale collettivo di Magistratura democratica – fu uno dei protagonisti di questa vicenda. Ne pagò anche il prezzo, subendo procedimenti disciplinari e persino un processo penale per vilipendio dell’ordine giudiziario, dal quale fu assolto.
Nonostante i prezzi da pagare, Luigi De Marco non esitò a combattere la buona battaglia. Se oggi la magistratura è meno distante dal disegno tratteggiato dai padri e dalle madri costituenti, è anche grazie alla capacità di visione, alla capacità di elaborazione, al coraggio e alla fermezza di persone come Luigi De Marco.
Lo ricordiamo oggi, con gratitudine, perché ci ha regalato – lui e gli altri ventisei visionari del Collegio Irnerio (e tutti gli altri che li hanno seguiti) – un’esperienza che ancora oggi si sforza sempre di guardare la società e le aule giudiziarie attraverso le lenti dell’art. 3, comma 2, della Costituzione. Grazie Luigi.
L’esecutivo di Magistratura democratica
Per approfondire:
https://www.magistraturademocratica.it/data/doc/3014/storia-md-livio-pepino.pdf
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