Dopo la condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei diritti dell’Uomo per il sovraffollamento carcerario, pubblichiamo un comunicato con cui la Procura della Repubblica di Milano invita tutti i magistrati a “tenere nel massimo conto, sia in tema di misure cautelari che in fase di esecuzione, gli auspici della Cedu
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI MILANO
Il Procuratore della Repubblica
COMUNICATO STAMPA
In data odierna il Procuratore della
Repubblica ha emesso il seguente provvedimento:
SOVRAFFOLLAMENTO
CARCERI.
RACCOMANDAZIONI DELLA
CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con sentenza ,
Sez. II, sent. 8 gennaio 2013, Torreggiani e a. c. Italia, ric. n. 43517/09,
46882/09, 55400/09, 57875/09, 61535/09, 35315/10 e 37818/10
ha pronunciato sentenza di condanna dell’Italia,
accertando nel caso concreto la violazione dell’art. 3 CEDU a danno di sette
ricorrenti e, contestualmente, ingiungendo allo Stato italiano di introdurre,
entro il termine di un anno dal momento in cui la sentenza della Corte sarà divenuta
definitiva, “un ricorso o un insieme di ricorsi interni idonei ad
offrire un ristoro adeguato e sufficiente per i casi di sovraffollamento
carcerario, in conformità ai principi stabiliti dalla giurisprudenza della
Corte”. Durante questo termine, la Corte sospenderà le procedure
relative a tutti gli altri ricorsi analoghi attualmente pendenti avanti a sé.
Richiamo l’attenzione su alcune delle considerazioni
della Corte:
§ 92 La Corte osserva che lo Stato italiano a
recentemente adottato misure suscettibili di contribuire a ridurre il fenomeno
della sovrappopolazione negli stabilimenti penitenziari e le conseguenze di
questa situazione. La Corte apprezza i passi compiuti dalle autorità nazionali
e non può che incoraggiar lo Stato italiano a proseguire i suoi sforzi.
Tuttavia è inevitabile contattare che, malgrado gli sforzi sia legislativi che
logistici intrapresi dall’Italia nel 2010, il tasso nazionale di
sovrappopolazione rimane elevato nell’aprile 2012( essendo passato dal
151% del 2010 al 148% del 20129. La corte Osserva che questo modesto bilancio è
tanto più preoccupante perché il piano di intervento di emergenza elaborato
dalla autorità nazionali ha una durata limitata nel tempo, dal momento che la
fine dei lavori di costruzione di nuovi stabilimenti penitenziari è prevista
per la fine dell’anno 2012 e che le disposizioni in materia di esecuzione
della pena, che hanno un carattere straordinario sono applicabili fini alla
fine del 2013 ( § 27 supra) N.d.r Il § 27 menziona la legge 199/2010
§95 Non spetta alla Corte indicare agli Stati le
disposizioni che concernono la politica penale e l’organizzazione del
sistema penitenziario. Queste scelte sollevano un certo numero di complesse
questioni di ordine giuridico e pratico che, in linea di principio, vanno al
di là della funzione giudiziaria della Corte. Tuttavia la Corte desidera
ricordare in questo contesto le raccomandazioni del Comitato dei Ministri del
Consiglio d’Europa che invitano gli Stati a sollecitare i procuratori
e i giudici a ricorrere nella misura più larga possibile alle misure
alternative alla detenzione e a riorientare la loro politica penale verso un
minore ricorso alla carcerazione nella finalità, tra l’altro, di
risolvere il problema della crescita della popolazione carceraria ( si vedano
in particolare le raccomandazioni del Comitato dei Ministri Rec (99)22 e Rec
(2006)13).
Sono certo che tutti i magistrati della Procura della
Repubblica di Milano terranno nel massimo conto,sia in tema di misure cautelari
che in fase di esecuzione, gli auspici della Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo
Milano 15 gennaio 2013
Il Procuratore
della Repubblica
Edmondo Bruti
Liberati