Carcere
Documento - Congresso
COMUNICATO STAMPA
DOCUMENTO MD: CARCERI, SOSTENERE IPOTESI RINVIO OBBLIGATORIO ESECUZIONE PENA DETENTIVA QUANDO CONDIZIONI NON GARANTISCANO DIGNITA' CONDANNATI
ROMA, 30 GENNAIO 2013 - L’emergenza del sovraffollamento è solo la manifestazione più evidente e drammatica della questione carceri. Non è, dunque, immaginabile alcuna seria riforma penitenziaria al di fuori di un più ampio intervento riformatore sul sistema penale, che parta dal ripensamento del catalogo dei delitti e di quello delle pene.
La Costituzione impone che la pena detentiva sia finalizzata alla rieducazione del condannato e l’ordinamento processuale vuole che il ricorso alla custodia cautelare in carcere sia l’extrema ratio. L’utilità della pena detentiva non può prospettarsi tutte le volte che essa non sia una risposta necessaria al reato e quando la sua espiazione avvenga in condizioni che –di fatto- non garantiscano alcun serio percorso rieducativo. E’, invece, indiscutibile che alcune leggi entrate in vigore negli anni passati abbiano avuto come effetto di produrre più carcere e meno misure alternative al carcere. E’ ormai urgente superare quella stagione, attingendo a proposte di riforma più e meno recenti, che meritano convinta adesione. Ma anche la previsione della pena detentiva quale fulcro dell’intero sistema sanzionatorio deve essere cancellata, prendendo atto dell’esperienza che dimostra che le maggiori percentuali dei recidivi si contano tra coloro che non accedono alle misure alternative. Un nuovo sistema di pene diverse da quella detentiva, peraltro, ha bisogno, per poter funzionare, di una profonda integrazione tra amministrazione della giustizia, rete dei servizi territoriali e privato sociale, volta in modo particolare al recupero dei soggetti appartenenti alle fasce di marginalità compra generico amoxil sociale.
La situazione attuale delle nostre carceri chiama in causa non solo la politica, ma anche l’amministrazione penitenziaria. Non si tratta solo di disporre di risorse aggiuntive, ma anche di riqualificare gli interventi, privilegiando i settori del trattamento e del lavoro, della esecuzione penale esterna, della ristrutturazione degli ambienti detentivi, finalizzata –quest’ultima- non solo al recupero di maggiore capienza, ma soprattutto alla realizzazione di un modello detentivo radicalmente diverso da quello attuale, in base al quale la giornata dei soggetti ristretti risulti impegnata nello svolgimento di attività di formazione, di studio o di lavoro e, per effetto del quale, sia effettivamente affermata la legalità nei nostri istituti di pena.
L’ipotesi che possa essere, per legge, stabilito il rinvio obbligatorio della esecuzione della penadetentiva nei casi in cui essa si svolgerebbe in condizioni tali da non garantire il rispetto della dignità dei condannati, per essere esaurita la capienza regolamentare degli istituti di pena (cosiddetto numero chiuso degli ingressi), merita di essere sostenuta, in quanto razionale e non ispirata da permissività. La disciplina dell’istituto potrebbe essere completata con esclusioni della sua applicazione nei casi di condanna per determinate tipologie di reati oppure di espiazione di pene detentive superiori ad una determinata soglia, e con applicazione di cautele per i soggetti ritenuti particolarmente pericolosi.
Queste proposte, assieme ad altre, fanno parte di un documento su pena e carcere, elaborato da Magistratura Democratica, che sarà al centro della discussione del Congresso di Md, al via domani a Roma e in corso fino al 3 febbraio.
(30 gennaio 2013)
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