Magistratura democratica

Il caso Brescia e i chiarimenti del Ministro

Ancora una volta assistiamo ad un cortocircuito, in cui si sovrappongono la reazione pubblica ad una decisione giudiziaria, la risonanza mediatica per un esito diverso da quello atteso e l’annuncio di iniziative del Ministro della Giustizia in relazione al contenuto di tale decisione. Ma, in questi casi, gli effetti del solo annuncio di iniziative in relazione al merito di una decisione giudiziaria rischiano di assomigliare ad un vero e proprio ammonimento della politica all’indipendenza della magistratura e all’autonomia, anche scientifica, del giudizio.

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La nuova Giunta unitaria

Con la ritrovata unità associativa si è realizzato un obiettivo che in questi mesi abbiamo sempre indicato come prioritario per avviare un percorso di profondo rinnovamento, in grado di coinvolgere e mettere in gioco tutta la magistratura associata in un progetto comune e condiviso: quello di dare linfa ad una nuova etica professionale e di ricostruire una comune identità collettiva, basata sui valori della Costituzione.

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Sulle scarcerazioni non ci siamo pentiti

Riccardo De Vito, presidente di Magistratura democratica: “Purtroppo la prigione, da un punto di vista oggettivo, realizza ancora una funzione di ‘smaltimento’ della povertà colpevole. Molti poveri, non necessariamente stranieri, sono tagliati fuori da tutto. È necessario creare dimore sociali e favorire l’ulteriore finanziamento di un progetto della Direzione generale dell’esecuzione penale esterna e di Cassa Ammende, finalizzato a trovare risorse e posti per i senza fissa dimora. Chissà che dalla positiva sperimentazione del progetto non possa uscire una diversa filosofia della pena e dei luoghi di espiazione“.

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Unità associativa e rinnovamento

In attesa della convocazione del Comitato Direttivo Centrale, e nell’augurare un buon lavoro a tutti gli eletti, vogliamo affidare alla carta qualche breve considerazione, prendendo le mosse da un obiettivo

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Garantire l’effettività del diritto all’aborto

Un recente intervento normativo è l’occasione per ritornare a parlare d’aborto. La regione Umbria ha infatti abrogato la possibilità di accedere all’aborto farmacologico – attraverso la pillola Ru486 – in day hospital o al proprio domicilio, sotto osservanza del medico; secondo le nuove norme, infatti, per l’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico sarà necessario un ricovero di tre giorni. È dunque importante interrogarsi nuovamente sull’effettività dei diritti riconosciuti dalla legge n. 194/1978 a chi non vuole portare a termine la gravidanza.

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Contrastare la deriva carrieristica con la normalizzazione burocratica?

Il recente DDL “Bonafede” non segna la svolta in funzione del cambiamento culturale richiesto: quello volto a disegnare una magistratura “senza carriera” e una dirigenza non intesa come corpo separato all’interno della magistratura, ma come esperienza diffusa e come funzione reversibile. La riforma delineata dal DDL “Bonafede”, al contrario, rischia di allontanare la magistratura dalla sua fisionomia costituzionale e, al contempo, di trasformare il CSM in un organo di amministrazione e di governo del personale: un primo passo, questo, verso una ristrutturazione in senso verticistico e burocratico dell’ordine giudiziario e, dunque, verso la perdita del suo assetto funzionale ad una giurisdizione indipendente.

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Giudici e immigrazione, diritto e non pregiudizio

Un quotidiano attacca la decisione che riconosce la protezione umanitaria per l’emergenza sanitaria nel paese d’origine e accusa il tribunale di Napoli di usare la pandemia come una scusa per “spalancare i porti ai migranti“. E la stessa sorte tocca alla nota che commenta il provvedimento. I diritti, però, non possono piegarsi a logiche politiche o di propaganda.

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Verso il Congresso

Ritrovare le ragioni dell’unità associativa, ricostruendo un’identità collettiva e plurale; chiamare tutti i magistrati ad un’assunzione di responsabilità per la difesa dei valori della giurisdizione e dell’esperienza unica del nostro associazionismo, vero e proprio motore di democratizzazione della magistratura e baluardo della sua indipendenza; avviare un percorso di riflessione comune sui valori fondamentali dell’etica, della deontologia e della professionalità; condurre un’analisi severa dei cambiamenti culturali che sono alla base di una caduta della tensione ideale, denunciando i punti oscuri ove si annidano i germi delle degenerazioni. Sono questi i tasselli di cui si compone il progetto di Magistratura democratica, per trovare una via di uscita dalla crisi.

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CSM: una legge elettorale in funzione del suo ruolo costituzionale

Garantire rappresentatività alle diverse idee e visioni che si hanno della giurisdizione, abbandonando le logiche personalistiche; restituire il potere di scelta al magistrato elettore; allargare la partecipazione, smarcandola dall’ipoteca delle correnti; dare cittadinanza alle diverse professionalità, introducendo meccanismi di riequilibrio che assicurino una risposta alla questione, non più eludibile, della corretta rappresentanza di genere. Sono queste le proposte di Magistratura democratica per la riforma del sistema elettorale del CSM, elaborate all’esito di un percorso di riflessione collettiva avviato con il seminario del 3 giugno e proseguito nel Consiglio nazionale dell’11 giugno.

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L’impegno di Magistratura democratica

Per ricostruire l’indipendenza interna ed esterna della Magistratura occorre riportare la democrazia negli uffici, ‘decomporre’ il potere dei capi, mostrare coerenza tra predicato e praticato, profondere impegno e partecipazione nei luoghi dell’elaborazione comune, a partire dall’ANM. Solo così, in luogo della politica del potere, potrà finalmente ripartire la politica delle idee.

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Dove ci porteranno le accuse di parzialità rivolte alla magistratura?

Le accuse di parzialità rivolte ai magistrati minano alle basi la fiducia riposta dalla collettività nella Giustizia e spianano, così, la strada a riforme finalizzate a sottoporre la magistratura al controllo dell’esecutivo e degli autocrati di turno. È questa la direzione, molto pericolosa, che si intraprende quando si decide di fare terra bruciata intorno ad un’Istituzione della democrazia, accusandola di agire contro la democrazia.

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Il fascismo non è un’opinione ma un crimine

L’antifascismo è la base della Costituzione repubblicana e il fondamento dello Stato italiano. Lamentare la parzialità di un’indagine su CasaPound perché diretta da un magistrato “antifascista” denota una grave lacuna culturale, civica e sociale.

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Continuando a discutere: MD, la crisi, le proposte

In vista del Consiglio Nazionale del 13 giugno 2020 invitiamo tutti a partecipare a due incontri aperti: il primo sul sistema elettorale del CSM e sulle sue prospettive di riforma; il secondo sul ruolo della dirigenza e sulla conformità delle funzioni direttive all’assetto costituzionale della magistratura, differenziata al suo interno soltanto per funzioni.

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23 maggio: giornata di allerta per l’Indipendenza della Giustizia

Ricordando l’anniversario dell’assassinio di Giovanni Falcone da parte della mafia nel 1992, MEDEL ha dichiarato il 23 maggio Alert Day sull’Indipendenza della Giustizia in Europa. Come sottolinea la dichiarazione diffusa oggi, negli ultimi anni gli attacchi contro l’indipendenza della magistratura sono aumentati e quel che accade in Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria testimonia la fragilità dei sistemi giudiziari anche in Europa. Medel ricorda, in questi giorni, anche le vicende della Turchia e di Murat Arslan, il presidente dell’associazione membro di Medel, ancora detenuto e condannato ad una pena di dieci anni, in violazione dei principi del giusto processo.

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Domande senza risposte e ineffabili suggestioni

Le interlocuzioni che hanno preceduto la nomina del responsabile del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, rivelate durante una trasmissione televisiva da uno degli interessati, è l’occasione per riflettere sulle esternazioni dei magistrati, i loro limiti e le ricadute sui rapporti fra le istituzioni.

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Il ricordo di Magistratura democratica

Franco Cordero era un uomo schivo; potremmo dire, nell’accezione particolare che la parola assume quando si parla di vecchi gentiluomini piemontesi, un uomo burbero. Eppure capace di straordinaria ironia e

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Dignità e tutele

Introdurre forme di tutela previdenziale ed assistenziale e prevedere un nuovo regime indennitario, che sia all’altezza di un compito così delicato, qual è quello di amministrare la giustizia. Sono questi alcuni nodi critici della riforma della magistratura onoraria, disvelati dall’attuale emergenza pandemica.

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Canapa sul balcone: parole nette dalla Cassazione

La sentenza delle Sezioni Unite ha le carte in regola per evitare un rigorismo repressivo che, sinora, ha ottenuto soltanto il risultato di allungare la catena dello spaccio. Ma adesso è indispensabile che il legislatore riprenda la parola per ridisegnare la disciplina delle droghe leggere

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