Magistratura democratica

Una proposta di metodo

Le recenti, gravi disfunzioni nei servizi informatici legati al PCT rendono evidente la necessità di un cambio di paradigma nella programmazione e verifica degli aggiornamenti di sistema, da perseguire mediante una gestione più partecipata dal basso e tramite un maggiore coinvolgimento degli Uffici da parte della DGSIA.

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Il dramma sotto gli occhi

In occasione dell’imminente voto parlamentare sulla cooperazione con la Libia, riteniamo doveroso porre attenzione alle proposte che oggi verranno lanciate nei presidi delle associazioni non governative, riunite sotto lo slogan «Libia, una benda per non vedere?». Ce lo impongono le immagini dei militari libici che inseguono i migranti, sparando colpi di mitraglia ad altezza d’uomo, e le parole spese nelle sentenze dell’autorità giudiziaria italiana sugli orrori subiti dai trattenuti nei centri di detenzione libici.

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L’ennesimo tradimento della democrazia

Le immagini dei pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ci richiamano alla necessità di porre al centro della riflessione i temi della tortura, della violenza di polizia e dell’uso eccessivo della forza da parte chi detiene il monopolio della violenza. Nella convinzione che, in questo campo, la prevenzione degli abusi passi anche attraverso una ri-costruzione culturale, politica e simbolica del concetto di “ordine pubblico”, oltre che per un serio ripensamento dei modelli organizzativi delle agenzie di polizia. 

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Perché il 25 aprile ci è indispensabile

Da sempre il senso di questa ricorrenza va oltre la volontà di ricordare la Liberazione dal nazifascismo. Ribadire la forza di principi fondamentali quali la libertà e la giustizia è una necessità ed un momento di “ricostruzione”, che passa anche dalla condivisione di valori, e da una giornata che li celebri.

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Vaccini: la magistratura deve dimostrare unità con il Paese

In un momento in cui è urgente porre rimedio alle iniquità causate da scelte di alcune regioni di dare precedenza a categorie diverse da quelle più deboli ed esposte, senza arretrare minimamente rispetto alle richieste di interventi necessari per “mettere in sicurezza” la giustizia e tutti gli operatori di giustizia, la magistratura deve dimostrare di essere e di sentirsi parte della nostra comunità, e partecipe del senso di solidarietà e di unità che, soprattutto in questo momento, deve sostenerla.

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Sulla morte di De Gasperi

La morte di Alcide De Gasperi (Pieve Tesino, 3 aprile 1881 – Borgo Valsugana, 19 agosto 1954) nel ricordo di Michele Marciano, all’epoca giovane militante comunista.

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L’articolo 36 della Costituzione

“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.”

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Per non falsificare la storia della giurisdizione

Il libro-intervista di Alessandro Sallusti e Luca Palamara amputa ed omette una parte importante della storia della Magistratura e riduce una stagione complessa ad una vicenda “emblematica” dell’aggressione portata per via giudiziaria a presunti avversari dalla magistratura “politicizzata”, rappresentata da Md. Così facendo, si persegue il fine di riabilitare singoli protagonisti interessati da quelle vicende e si attenta al cuore di un valore essenziale per la tenuta della democrazia: la fiducia nell’imparzialità della giurisdizione, quale strumento di tutela dei diritti e delle garanzie, e nel suo ruolo di difesa della legalità e dei principi dello Stato di diritto.

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Il potere e la ribelle. Creonte o Antigone? Un dialogo

Le Sezioni di Catanzaro e di Reggio Calabria di Magistratura democratica organizzano, per il 30 gennaio 2021, un incontro di presentazione via Teams del libro di Livio Pepino e Nello Rossi e, nel solco di una tradizione di apertura alla società, sono liete di invitare quanti siano interessati a partecipare all’evento.

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Il Pubblico Ministero, il giudice e la comunicazione

Crediamo nel ruolo del Pubblico Ministero che, quale primo tutore delle garanzie e dei diritti costituzionali, agisce nella consapevolezza della necessaria relatività delle ricostruzioni accusatorie e della necessità di verificarle nel contraddittorio, e non in quello di parte interessata soltanto al conseguimento del risultato, lontano dalla cultura della giurisdizione e dall’attenzione all’accertamento conseguito nel processo. E crediamo nell’impegno dei magistrati che, anche nei contesti territoriali più difficili, continuano a svolgere con questa consapevolezza le loro funzioni, incarnando una giurisdizione terza e imparziale, vera precondizione per un esercizio corretto del difficile compito di giudicare.

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Il sismografo

Il “sismografo” della professionalità non funziona: appiattisce i meriti, resi uniformi dal linguaggio burocratico, e non registra quasi mai le cadute di professionalità. Per rendere effettiva la responsabilità professionale dei magistrati è necessario indicare rimedi credibili, iniziando a “controllare i controllori” e introducendo la facoltà per i cd. componenti laici dei consigli giudiziari (avvocati e professori universitari) di partecipare alle discussioni e deliberazioni relative alle valutazioni di professionalità dei magistrati.

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L’articolo 105 della Costituzione

“Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati”

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L’articolo 2 della Costituzione

“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”

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Per una penalità umana, diversa e differenziata

Anche nell’attuale situazione di grave crisi sanitaria restano numerosi i detenuti che scontano pene irrisorie, non potendo accedere ad alternative al carcere soltanto perché privi di risorse, a partire da un’abitazione. Queste condizioni di marginalità sociale, troppo frequenti nel carcere, impongono di immaginare una penalità diversa e differenziata, a partire dalla struttura dei reati e dalle ipotesi di sanzione, per arrivare a modelli penitenziari alternativi alla prigione. Rispondere solo con le parole “più carcere” e “più carceri’” significa, infatti, chiudere gli occhi davanti ad una realtà, qual è quella attuale, che troppo spesso vede le prigioni soltanto come luoghi per immagazzinare corpi, senza concrete e realistiche possibilità di risocializzazione.

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Riduciamo le distanze “sociali” tra pubblico e privato

La raccolta di fondi organizzata dalla cooperativa sociale MAG delle Calabrie è finalizzata al sostegno delle famiglie e delle imprese della regione Calabria, la cui situazione finanziaria, già fortemente in crisi, è peggiorata a causa degli effetti dell’epidemia da Covid-19. Sono molte, infatti, le famiglie a rischio povertà che, indotte a ricorrere a canali di credito informali e pericolosi, rischiano di cadere nella rete dell’usura.

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Al fianco della magistratura onoraria

Magistratura democratica esprime il suo sostegno ai magistrati onorari e alle loro richieste di una retribuzione più adeguata e di un regime previdenziale e assicurativo che riconosca alla magistratura onoraria lo status che merita.

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