di Tiziana Coccoluto
REGGIO CALABRIA – Intorno alle h. 16,00, nella sala gremitissima, tale rimasta fin
dalla mattina alle h. 10,00, Mimmo Nasone – Referente Libera di
Reggio Calabria – inizia il suo intervento ricordando a tutti di
essere un insegnante a cui, nei giorni scorsi, un alunno chiedeva –
in reggino stretto che traduco letteralmente – “professo’ avete
visto che hanno arrestato il giudice che ha confiscato tutti i beni
di mio padre?”: a quell’alunno, l’unica risposta possibile che
tempestivamente veniva data era “vuol dire che dunque la giustizia,
ha dimostrato di essere uguale per tutti”.
Questo il clima in cui il Convegno si e’ svolto, confermando il
senso e la opportunita’ temporale di un confronto di MD con
la societa’ civile, nella specie la CGL Nazionale – rappresentata
in tutte le sue articolazioni – sul tema dei sistemi di contrasto
alle mafie.
Un clima che si e’ maggiormente caricato di significato con gli
interventi di DANIELE CAPPUCCIO e STEFANO MUSOLINO che, con estremo
coraggio e fermezza, rivelando tutto il disagio della ferita aperta
dalla vicenda di Vincenzo Giglio, hanno voluto chiedere scusa alla
comunita’ tutta riaffermando contestualmente l’impegno
quotidiano, sul piano professionale e privato, nella lotta alla
legalita’ soprattutto sul fronte di quell’ ”area grigia”, in
cui gli interessi della criminalita’ ordinaria e mafiosa si
incontrano e smistano, riciclando ed autoriciclandosi.
Il rifiuto di ogni semplicistica generalizzazione sulla
“compromissione” ambientale ha consentito dunque – per come e’
stato possibile avvertire dai sentiti interventi dei colleghi –
proprio nel corso dell’iniziativa, di ripartire nell’impegno
professionale quotidiano dalla condizioni di un “minimo etico”
che vede il rispetto della regola di condotta anche nel privato.
L’intera giornata, di cui provero’ a fare una breve sintesi
contenutistica, si e’ snodata dunque lungo il binario della
ricerca di un rinnovato impulso e condivisione identitaria che vede
MD e la CGL ancora una volta in prima linea sui temi della legalita’
sostanziale, registrando contemporaneamente disagio ed entusiasmo,
difficolta’ ed impegno.
Il Prefetto ed il Questore di Reggio, unitamente al
Procuratore Generale Salvatore di Landro e ad Umberto Orlado,
Coordinatore Giustizia CGL Calabria, dando l’avvio ai lavori, hanno
“sposato” lo spirito e le finalita’ dell’iniziativa ribadendo
il senso e l’importanza dell’intervento di “prevenzione”
auspicando un diverso atteggiamento del Legislatore sul punto, in un
ottica recuperatoria oltre che liquidatoria, in un contesto sociale
che necessita anche di un segnale sul piano dello sviluppo
economico e della tutela del lavoro, coincidente con quello che
dovrebbe essere il fine ultimo della confisca dei patrimoni
illeciti: l’espulsione del bene dal circuito mafioso con una sua
legalizzazione funzionale ad uno sviluppo economico sano.
Le relazioni introduttive di PIERGIORGIO MOROSINI e LUCIANO
SILVESTRI, rispettivamente nell’ottica dell’intervento
giudiziario e delle organizzazioni sindacali, hanno focalizzato
l’attenzione sulla necessita’ di attivare, sul piano del
contrasto ai patrimoni mafiosi, un metodo corale, in cui tutte le
parti sociali possano essere coivolte nella predisposizione di
proposte concrete e credibili da offrire alle istituzioni nel
tentativo di bonifica delle imprese mafiose.
Un’ottica completamente diversa che richiede una magistratura
capace di intervenire con impulso alla attivita’ di impresa
ed associazioni sindacali capaci di garantire il diritto al lavoro
partecipando alla creazione di diversi moduli lavorativi da
utilizzare nell’ambito del sistema di gestione dei beni confiscati:
il tutto mantenendo alta la soglia di controllo di legalita’ che,
come sintetizzera’ nel suo appassionato intervento finale SERENA
SORRENTINO, costituisce l’unica garanzia per un mercato delle
imprese e del lavoro equilibrato e non compromesso dai sistemi di
pressione e contaminazione mafiosa. Temi tutti ripresi analiticamente da CLAUDIO GIARDULLO, Segretario
generale Silp per la CGL.
GIANCARLO CASELLI e GIUSEPPE PIGNATONE hanno poi
fornito una PRESTIGIOSA testimonianza sulla possibilita’ reale di
contrastare il sistema mafioso attraverso un lavoro costante di
analisi e intervento sul fenomeno a 360 gradi, dal basso verso
l’alto, e dal centro verso l’esterno, andando a seguire, proprio
attraverso la linea degli spostamenti patrimoniali e delle aree di
investimento, sempre quella zona grigia in cui convergono i diversi
interessi – di riciclaggio economico – provenienti dalle
associazioni mafiose e dall’imprenditoria collusa.
La conoscenza specifica del territorio e dell’unitarieta’ dei
sistemi mafiosi – n’drangheta e cosa nostra – costituiscono
dunque la condicio sine qua non di un proficuo intervento di
contrasto che non si limiti ai fenomeni di prima emersione ma che sia
in grado di comprendere le diverse strutturazioni sociali di
infiltrazione.
SALVATORE LO BALBO ( Segr. Nazionale Finlea) e PIERPAOLO ROMANI (Coordinatore Nazionale Avviso Pubblico) hanno poi evidenziato i
COSTI, in termini di abbassamento della soglia di sicurezza dei
lavoratori, che la societa’ civile paga rispetto alle aspettative
tradite dall’attuale Codice Antimafia, ribadendo la centralita’
della QUESTIONE LEGALE che non puo’ ammettere sconti o prospettive
meramente aziendalistiche.
GAETANO PACI, sostituto procuratore di Palermo, ha chiuso la prima
sessione di lavori centrando alcune delle criticita’ del Dlgs
15911 con particolare riferimento all’eccessivo favor creditoris
segnato dal legislatore che ha assimilato il procedimento di
prevenzione a quello fallimentare, alla mancata previsione del reato
di auto riciclaggio, alla circolabilita’ della documentazione
antimafia dagli Uffici del Preefetto agli Uffici di Procura.
La seconda sessione dei lavori ha affrontato le problematiche di
metodo e di merito degli strumenti di prevenzione e contrasto alle
mafie sul piano operativo piu’ specifico della Destinazione dei
Beni Sequestrati e Confiscati, sia sotto il profilo tecnicogiuridico
che piu’ squisitamente operativo, evidenziando i percorsi parelleli
del Giudice della Prevenzione, dell’Amministratore Giudiziario e
dell’Ente che poi si andra’ ad occupare del riutilizzo in
collaborazione con le associazioni presenti sul territorio.
La relazione di FRANCESCO MENDITTO, dopo aver dato
contezza di quello che era stato l’iter preliminare che aveva gia’
visto magistratura e CGL impegnati ad una collaborazione fattiva con
il legislatore nella stesura del Codice Antimafia, ha illustrato luci
ed ombre della normativa richiamando il positivo ribaltamento del
principio previgente per cui oggi prevale il sequestro di prevenzione
sul sequestro penale e denunziando l’incongruenza delle previsioni
in materia di gestione di aziende sequestrate in cui i costi di una
necessaria legalizzazione si scontrano poi con le richieste
recuperatorie immediate dei terzi di buona fede.
Sulla stessa linea si e’ inserito l’intervento di ANTONIO
MARUCCIA, già Commissario straordinario del Governo per la
destinazione dei beni confiscati, che – nel pieno contraddittorio
con la dott.ssa MARIA ROSARIA LAGANA’ (in rappresentanza
dell’Agenzia Nazionale) – ha sottolineato l’inidoneita’ attuale
dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati stante il suo primario
intento di provvedere alla vendita degli immobili senza alcun piano
eo progetto concreto di reimpiego di quanto ricavato nel circuito di
un nuovo sviluppo enomicolegale.
VITO LO MONACO (centro studi Pio La Torre), MIMMO NASONE (per
Libera), ALESSANDRO COBIANCHI (ARCI Nazionale), ROBERTO IOVINO
(Legalita’ e Sicurezza CGL Nazionale), ALESSANDRA VALETINI ( FLAI
CGL), hanno poi riferito delle attivita’ di intervento poste
in essere, delle difficolta’ di recupero territoriale,
dell’importanza – anche come reale contrasto sociale alle mafie –
di una immissione sul mercato dei patrimoni confiscati di una
attivita’ che sia capace di colpire l’illecito e garantire il
lavoro lecito.
Come gia’ anticipato ha chiuso i lavori SERENA SORRENTINO
ringraziando MD per l’affiancamento nell’elaborazione di dati e
progetti concorrenti ad una riaffermazione della legalita’ che sia
anche promozione e sviluppo del lavoro.
DONATELLA FERRANTI, LAURA GARAVINI, RITA BORSELLINO ed EUGENIA DEL
BALZO, assenti per impegni improrogabili, hanno comunque inviato
saluti ed alcuni interventi scritti.
Alle 17,00 i lavori – coordinati unitamente ad Alberto
Perduca, Mimma Pacifici Alessandra Gori – sono terminati con
una sala ancora piena e con la sensazione di noi tutti di essere
stati al posto giusto al momento giusto.