…a me pare che siano parole che esprimano un cambio di passo in vista del referendum costituzionale sulla magistratura.


Gli hanno fatto eco parole omogenee di altri esponenti del Governo.


Semplificando, il messaggio che si vuole fare passare è il seguente: basta con le burocrazie che intralciano le magnifiche sorti e progressive verso le quali ci vogliono condurre gli interpreti del bene della nazione: la maggioranza eletta dal popolo.


Il tutto, invocando l’art. 1 della Costituzione, amputato della parte in cui evidenzia come la sovranità è esercitata dal popolo “…nelle forme e nei limiti della Costituzione…”.


Mi pare il tentativo di fare passare una costituzione materiale che verticalizza la democrazia, lacerando il ruolo di garanzia dei contro-poteri costituzionali e tra questi la magistratura.


Credo che l’ANM debba prendere atto di questo cambio di passo e reagire con un forte investimento comunicativo.


La comunicazione della maggioranza parlamentare proverà a fare del referendum una questione tra poteri, una diatriba distante dai problemi dei cittadini, presentandoci come una burocrazia elitaria che non vuole perdere sue prerogative e benefici.


Per contrastare questa comunicazione, credo che dovremo rilanciare il tema dei diritti di tutti e delle loro tutela, con esempi semplici e chiari, mettendo in evidenza i rischi che tutti corrono se la magistratura, invece, di essere autonoma e indipendente, fosse servente alla maggioranza di governo contingente. Per esempio, evidenziando come negli Stati Uniti i dipendenti pubblici siano finiti sotto attacco, venendo licenziati per non avere risposto a una e-mail; chi ne avrebbe tutelato i diritti se la magistratura non fosse autonoma e indipendente?


Insomma, bisogna evidenziare, anzi stressare, la possibilità che ciascuno cittadino si trovi a scegliere se preferire di essere giudicato da una magistratura autonoma e indipendente ovvero da un servente.


Per questo serve un investimento comunicativo dell’ANM, affidato ad esperti che interpretino e traducano in forme e modi “masticabili” da tutti il messaggio che vogliamo mandare.


Credo sia una cosa da fare a partire da subito (!!!), per non continuare a rincorrere e contrastare trame comunicative che si sono già sedimentate nella percezione pubblica, agendo con tempestività ed efficacia prima che questo avvenga, “imponendo” un contraddittorio in tempo reale con la comunicazione governativa.