La circostanza che si tratti di suicidi non può fornire facili alibi fondati sul libero arbitrio.
La società civile e la magistratura non possono tollerare che i detenuti vivano in condizioni indegne: sporcizia, sovraffollamento, carenza di acqua, cibo inadeguato.
E’ notizia di pochi giorni fa che a Bologna è stato disposto il trasferimento di molti giovani adulti dall’Istituto Penale Minorile al Carcere di Bologna, che già versa in condizioni di sovraffollamento, con sicura incidenza sui progetti educativi e di crescita.
Il Governo ha la responsabilità morale e giuridica di assicurare risorse sufficienti a garantire che la pena sia espiata in modo dignitoso. Nell’eterno dilemma dell’economia, la scelta delle priorità è fondamentale: come cittadini prima ancora che come magistrati, non possiamo che prendere atto della scelta di allocare ingenti risorse per costruire ex novo strutture in Albania, da alimentare con trasporti navali di poche decine di persone, anziché investirle nel miglioramento delle strutture esistenti e nei servizi di rieducazione e sostegno dei detenuti.
La magistratura tutta, prima o poi, non potrà non interrogarsi se la pena indicata nel codice, o la custodia cautelare in carcere nei casi previsti dalla legge, oltre ad essere legittime nel loro an e quantum, lo siano davvero anche nel quomodo.
Applicare la legge non può comportare nel magistrato il dubbio angoscioso di rendersi complice di trattamenti inumani e degradanti.
Il Segretario
Filippo Focardi