Riccardo Turrini Vita – la stessa stampa ne dà ampia notizia – magistrato, è nell’amministrazione della giustizia dal 1994 e nell’amministrazione penitenziaria dal 1997. In quest’ultima amministrazione – sulla quale il Garante nazionale dovrebbe esercitare il suo ruolo di controllore indipendente – ha ricoperto ruoli di massimo livello e tuttora riveste la carica di vice-capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità. In breve: il controllato passa a fare il controllore di sé stesso. È un principio che mina l’indipendenza di qualsiasi autorità indipendente e di garanzia, tanto più del Garante delle persone private delle libertà, che in Italia opera anche come meccanismo nazionale di prevenzione della tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, ai sensi dell’art. 3 del Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la Tortura. Non a caso, la stessa norma specifica che i componenti del Collegio dei garanti devono essere “scelti tra persone, non dipendenti delle pubbliche amministrazioni” (art. 7 dl 146 del 2013).
Auspichiamo che sul punto si forniscano i dovuti i chiarimenti e rimaniamo perplessi davanti a una nomina che, indipendentemente dalle qualità della persona, rischia di minare il principio di autonomia strutturale e funzionale dell’Autorità garante. In un momento storico, peraltro, in cui le annose problematiche del carcere si sono trasformate in dramma e tragedia quotidiani.
Esecutivo di Magistratura democratica