Non è Richard Nixon e non siamo nel 1971, è il 2023 e siamo nel palazzo dell’Ufficio per le droghe e il crimine delle Nazioni unite di Vienna, chi ammonisce la comunità internazionale è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano (La traversata del deserto, quattordicesimo libro bianco sulle droghe, pag. 74).
Nonostante le esperienze europee ed extraeuropee siano tutte indicative dei vantaggi di politiche di apertura nei confronti dei consumatori di sostanze stupefacenti, in particolar modo dei derivati dalla cannabis, l’Italia resta rigidamente ancorata a una politica proibizionista che non ha prodotto che carceri stracolme di tossicodipendenti e ricchezza per le organizzazioni criminali con il traffico delle sostanze.
Spagna, Olanda, Portogallo: e persino la Germania apre alla legalizzazione della cannabis fino a 25 grammi per uso ricreativo.
In Portogallo si eliminano le sanzioni penali contro l’uso personale di droghe. Mentre il consumo di droghe è depenalizzato, non è così per la vendita di droghe. il Ministero della Salute portoghese spende meno di 10 dollari per cittadino all’anno per la sua efficace politica sulle droghe (Guerra alla droga? Il Portogallo potrebbe avere la risposta, Paul Luckman, in Parere, Crimine · 23 agosto 2022).
In Italia, sui 56.196 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2022 ben 12.147 lo erano a causa del solo art. 73 del Testo unico stupefacenti.
Altri 6.126 in associazione con l’art. 74, solo 1.010 esclusivamente per l’art. 74. Si tratta del 34,3% del totale dei detenuti.
Stando al rapporto 2021 presentato al Parlamento dal Dipartimento delle Politiche Antidroga, che si riferisce al 2020, nel nostro Paese il mercato della droga ha generato attività economiche per un totale di 16,2 miliardi. Nel 2020 stando al DPA lo spaccio di hashish e marijuana ha rappresentato il 39% del totale del traffico degli stupefacenti, con il mercato delle droghe leggere che così ha avuto un valore pari a 6,3 miliardi.
Poi ci sono i creativi del punizionismo.
In una intervista al Messaggero il sottosegretario alla giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro delle Vedove, ha spiegato la sua proposta per combattere il sovraffollamento penitenziario: «La priorità per i tossicodipendenti è la disintossicazione. Per questo sto lavorando ad un provvedimento che immagina di coinvolgere il terzo settore, quelle comunità chiuse in stile Muccioli (San Patrignano n.d.r.), per costruire un percorso alternativo alla detenzione».
Disintossicazione coatta, magari pagando 5.000 euro, questa volta per entrare.
Come Magistratura democratica, fino dal 1988, al congresso di Palermo, approvammo un documento sulla questione degli stupefacenti denunciando le tendenze alla criminalizzazione del consumatore e successivamente nel 1989 organizzammo un convegno “La legge e le tossicodipendenze” con il mitico Alessandro Margara.
Sarebbe il caso di riprendere il discorso fornendo nella discussione un fondamentale apporto tecnico per consentire una informazione completa e critica, sapendo di non poter contare sugli altri gruppi per questo tema.