Quando me lo hanno chiesto, lì per lì ho pensato: sono matti, nemmeno per sogno!
Ero ben consapevole della necessità di rilanciare Magistratura democratica in un momento così delicato per la storia del gruppo, ma non mi sentivo all’altezza di una cosa così importante ed avevo anche paura di non essere in grado di impegnarmi adeguatamente in una campagna elettorale che, fin dalle prime battute, si preannunciava difficilissima.
Poi ho incontrato gli altri, “i Temerari”, come fin da subito ci siamo soprannominati, ed ogni timore è svanito.
Betta, Mimma, Gaetano, Lello, Paolo, Valerio.
Ovvero: grande intelligenza, simpatia, impegno politico, apertura al confronto anche franco e diretto, spirito di servizio, il tutto condito con un pizzico di salutare incoscienza.
Amorevolmente coadiuvati dal nostro gruppo comunicazione, ci siamo imbarcati in una delle avventure più appassionanti, divertenti, formative e variegate del mio, ahimè lungo, viaggio nella giurisdizione.
Abbiamo fatto riunioni da remoto fino a tarda sera da luoghi improbabili; girato video con 38 gradi all’ombra; scritto di tutto e di più; partecipato a tutti i momenti di confronto elettorale; girato uffici periferici nei quali a sentirci erano non più di sette-otto colleghi, ma tutti felici di trovare qualcuno che li ascoltasse; abbiamo riso a crepapelle e tremato; abbiamo sperato, a volte gioito ed a tratti sofferto.
Ma, soprattutto, lo abbiamo fatto sempre insieme, senza protagonismi o posizioni preferenziali, consapevoli che quel progetto visionario – e per l’appunto un po’ temerario – aveva bisogno del contributo di tutti per poter funzionare, senza che nessuno si sentisse più importante degli altri.
E, last but not least, in questo percorso tra tutti noi è nata anche un’amicizia profonda, che è forse il regalo più bello che questa storia ci ha lasciato.
Chiudo scopiazzando il celeberrimo incipit del discorso di un personaggio molto più famoso ed autorevole di me: I have a dream.
Leggendo le ultime cronache del Consiglio, penso sempre a come sarebbe stato un CSM fatto da tutti noi.
E qui mi fermo, e metto tre puntini di sospensione che ciascun lettore può riempire come vuole…