Adesione di Magistratura democratica

Accordo con la Libia #Nonsonodaccordo

Magistratura democratica aderisce alla manifestazione del 26 ottobre indetta da oltre 40 organizzazioni della società civile per la revoca del Memorandum con la Libia.

Se lo Stato italiano non revocherà il Memorandum d’intesa siglato con la Libia cinque anni fa, il rinnovo scatterà automaticamente il 2 novembre.

Sulla base di quell’accordo l’Italia continua a sostenere, con risorse cospicue, la Guardia costiera libica e i centri di detenzione in Libia, avendo adottato una politica di esternalizzazione delle frontiere che non tiene conto degli attori internazionali in campo e delle conseguenze devastanti sulla vita e sui diritti umani delle persone migranti.

L’esperienza dimostra che i finanziamenti non sono serviti a migliorare le condizioni di vita dei migranti nei centri di detenzione, dove sono soggetti a violenze di ogni genere e ridotti in schiavitù, alimentando un vero e proprio traffico di esseri umani gestito dalla stessa Guardia costiera libica, con complicità istituzionali. Nonostante la consapevolezza dei governi europei in ordine a tale situazione, circa 100.000 persone dal 2017 a ottobre 2022 sono state intercettate in mare dalla guardia costiera libica e riportate forzatamente in Libia.

Tale quadro – quotidianamente riscontrabile dai magistrati impegnati nelle audizioni dei richiedenti protezione internazionale – è confermato dal rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonìo Gutierres, consegnato alla Procura della Corte penale internazionale, insieme ad altre relazioni che hanno già provocato l’interesse ufficiale di quella Procura, per i crimini contro l’umanità posti in essere contro i migranti in Libia, e da decine di sentenze delle Corti internazionali e nazionali.

Vale la pena di ricordare, ancora una volta, che la Libia non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951, relativa allo status di rifugiato, e che nel Paese è in corso una guerra civile sanguinosa.

  

Ogni finanziamento a quel Paese, quindi, rischia di aumentare sempre più i pericoli cui sono esposte le persone vulnerabili che l’attraversano.

Ben altre sarebbero le politiche da adottare per fermare i trafficanti, a partire dalla realizzazione di corridoi umanitari, gestiti dalle nostre Istituzioni.

Ai sensi dell’art. 80 della Costituzione, inoltre, riteniamo necessario che il rinnovo del Memorandum – come invece non è accaduto per l’approvazione – venga discusso in Parlamento, al quale solo compete “la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica”.

Chiediamo, in sostanza, il rispetto del diritto internazionale, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

 
Roma, 22 ottobre 2022

 

L’esecutivo nazionale di Magistratura democratica

24/10/2022

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