Ho seguito i miei ideali entrando in magistratura nel 1999.
A Reggio Calabria sono stato giudice dibattimentale e componente del Tribunale del riesame e della Sezione misure di prevenzione; a seguire, giudice del lavoro e giudice tutelare e poi di nuovo giudice dibattimentale.
Nel 2005 sono stato eletto componente del Consiglio giudiziario.
Sono stato Gip-Gup fino al gennaio 2010, sempre a Reggio Calabria, in un ufficio con competenza distrettuale chiamato a fronteggiare, nonostante scoperture di organico importanti, carichi di lavoro gravosi; in seguito e fino al febbraio 2017, presso il Tribunale di Palmi.
Ho poi deciso di cambiare nuovamente funzioni, trasferendomi al Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria.
Il contatto con il margine sociale, con la deprivazione affettiva e materiale, con la disperazione dei migranti che sfidano le rotte del Mediterraneo, con il disagio esistenziale che si annida anche nelle famiglie di ‘ndrangheta non può lasciare indifferenti: interpella le coscienze e le spinge ad agire attivando risorse sconosciute o sopite.
Il giudice minorile, contaminato da saperi diversi, è un magistrato che si apre al mondo, interagisce con la società civile, immagina e attua percorsi di legalità, di liberazione e riscatto individuale avendo come stella polare l’interesse preminente del minore.
All’attività giurisdizionale ho affiancato collaborazioni sempre vissute come coessenziali al lavoro: ho contribuito alla nascita della Camera minorile di Palmi e alla formazione degli aspiranti curatori speciali e tutori; ho incontrato centinaia di studenti e raccontato le storie tanto drammatiche quanto edificanti conosciute grazie al protocollo d’intesa “Liberi di scegliere”, siglato dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria con Libera, per offrire ai minori cresciuti in contesti di ‘ndrangheta e alle loro famiglie (in particolare alle madri) una possibile alternativa di vita.