Non possiamo valutare la sentenza che ha condannato Mimmo Lucano e le altre persone impegnate nella gestione dell’accoglienza dei migranti, senza prima conoscerne le motivazioni. Il rispetto della sentenza è questo. Possiamo interrogarci, però, sul perché una sentenza abbia suscitato tanto clamore nell’opinione pubblica. Sembra, quasi, che sia stata percepita come una condanna inflitta non soltanto agli imputati coinvolti, ma all’intero sistema di accoglienza organizzato a Riace. Non comprendere le ragioni delle reazioni contrarie alla sentenza, accresce nell’opinione pubblica la percezione di una magistratura chiusa. Autopercepita come casta sacerdotale che tutela i suoi riti e le sue pronunce e che non si interroga sugli inevitabili effetti sociali dei suoi provvedimenti e, perciò, non ne tollera la critica.