I magistrati – al pari degli avvocati e di tutti gli operatori di giustizia – svolgono un servizio essenziale per la collettività, e in molti contesti affrontano le difficoltà legate alla mancanza di presidi adeguati e sufficienti a prevenire il rischio di contagio. Per questo è necessario intervenire e garantire ovunque condizioni di sicurezza, a vantaggio di tutti, compresi gli utenti che entrano nei palazzi di giustizia.
La gravissima emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese, e che ormai da più di un anno continua a provocare un numero altissimo di vittime, impone in questa fase scelte di tutela prioritaria per le persone più fragili, per età e condizioni personali, e per le categorie più esposte, come i sanitari.
Prospettando una possibile sospensione dell’attività giudiziaria, con provvedimenti peraltro adottati dai dirigenti degli uffici giudiziari, in relazione alla mancata inclusione nel piano strategico vaccinale dei lavoratori del comparto giustizia, abbiamo commesso un errore. Abbiamo trasmesso, come magistratura, un messaggio sbagliato, e dobbiamo prenderne atto: non quello della richiesta di interventi urgenti a tutela di tutti coloro che lavorano ed entrano nei palazzi di giustizia, ma voler porre “condizioni” rispetto allo svolgimento del servizio e considerarci come “categoria” che rivendica una tutela prioritaria.
In un momento in cui è urgente porre rimedio alle iniquità causate da scelte di alcune regioni di dare precedenza a categorie diverse da quelle più deboli ed esposte, senza arretrare minimamente rispetto alle richieste di interventi necessari per “mettere in sicurezza” la giustizia e tutti gli operatori di giustizia, la magistratura deve dimostrare di essere e di sentirsi parte della nostra comunità, e partecipe del senso di solidarietà e di unità che, soprattutto in questo momento, deve sostenerla.
dichiarazioni di Mariarosaria Guglielmi, Segretaria generale di Magistratura democratica