Il Decreto sicurezza continua a produrre i suoi effetti deleteri e in contrasto con i più elementari principi di civiltà.
Con un preavviso di appena 48 ore, l’esercito è intervenuto per dare inizio allo sgombero dei migranti ospitati nel C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto, il secondo più grande d’Italia dopo quello di Mineo.
Trecento rifugiati saranno traferiti in altre regioni d’Italia e distribuiti non si sa in quali strutture. Seguirà poi lo sgombero dei titolari di protezione umanitaria, ormai eliminata dal Decreto e dunque almeno altre duecento persone si troveranno letteralmente sbattute in mezzo alla strada, non vedendosi più riconosciuto il diritto alla prima accoglienza.
Lo smantellamento della struttura sarà completato entro il 31 gennaio, assicura il ministro Salvini.
Come ha affermato il sindaco di Castelnuovo di Porto, si tratta della brusca interruzione di una positiva esperienza di integrazione nel territorio, con migranti che si vedranno così costretti ad abbandonare i percorsi lavorativi avviati, e bambini a interrompere i percorsi di studio iniziati.
Non v’è dunque alcun problema di ordine pubblico, e tanto meno di sicurezza, che possa giustificare un simile intervento, ma solo la volontà, già manifestatasi a Riace, di smantellare quelle positive esperienze di integrazione, utili a far comprendere come l’immigrazione non sia affatto un pericolo per la collettività.
Una simile logica calpesta i più elementari diritti e principi, di dignità e solidarietà, sanciti dalla nostra Carta costituzionale, proprio mentre altrove, in mare, a centinaia sono i migranti che vengono lasciati affogare.