La spettacolarizzazione della consegna del detenuto Battisti, il linguaggio utilizzato, le dirette televisive dal carcere e le riprese fotografiche dell’uomo in manette – oltre ad essere in violazione dei parametri di legge di cui agli articoli 114 cpp e 42 bis dell’ordinamento penitenziario – si pongono in contrasto con i principi costituzionali di civiltà e di dignità umana, il cui valore assoluto è stato riaffermato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 149 del 2018.
La propaganda che ha accompagnato il rimpatrio di Battisti rischia di trasformare agli occhi dell’opinione pubblica in un “risultato di parte” la conclusione di una lunga e dolorosa vicenda giudiziaria resa possibile dal lavoro della magistratura, delle Forze dell’ordine e dei governi che si sono succeduti negli anni, svolto sempre nel rispetto dei principi dello Stato di diritto.
Tali comportamenti adottati da esponenti istituzionali rendono ancora più difficile la comprensione da parte dei cittadini del lavoro di tanti magistrati di sorveglianza, quotidianamente impegnati nel contemperare i diritti costituzionali di tutti i detenuti con le esigenze di difesa sociale.
Auspichiamo di non dover assistere più a simili spettacoli.