Intervento al XXI Congresso di magistratura democratica
Bologna, 4 novembre 2016
Ho sottoscritto il documento sul senso di Md, ed al suo contenuto mi richiamo.
Mi riconosco anche nel documento dei giudici civili e del lavoro di Roma, che ha descritto con efficacia il livellamento, l’uguaglianza al ribasso realizzata dalla più recente legislazione sul lavoro, che tra l’altro ha reso noi giudici del lavoro prevalentemente giudici del lavoro precario.
Condivido il documento sul senso di md perché credo che la fusione a freddo non abbia creato un amalgama abbastanza cementato e perché a livello centrale (CSM e ANM) mi sento sotto-rappresentato.
So che non si può tornare sul deliberato degli altri congressi, ma ci si può anche fermare ad una federazione agile, dove è utile, e rivedere il meccanismo delle primarie.
Le iniziative comuni sono benvenute, come quella, riuscitissima, promossa da Area Roma sulla situazione in Turchia. All’interno di MEDEL, Md e Movimento per la giustizia lavorano benissimo assieme, non necessariamente con una voce sola. Del resto il pluralismo è un valore dell’associazionismo giudiziario, e la sintesi confluisce, nel modello italiano, nell’ANM.
Vorrei qui brevemente sottolineare l’importanza di Md nella sua storia e nella sua attualità, nel panorama dell’associazionismo giudiziario europeo e della magistratura progressista in generale.
Progressista perché md rivendica ed esprime, all’interno di MEDEL come associazione di giudici e PM europei, una scelta di campo per una visione della giurisdizione democratica, inserita nel dibattito della società civile, responsabile della protezione dei diritti fondamentali, dello Stato di diritto, della protezione dei più deboli, e che crede nell’integrazione europea.
Le sfide di questa congiuntura sono gigantesche:
• il fenomeno (cerco il termine il più possibile neutro e privo di connotazioni di valore) delle migrazioni globali, su cui nessuno ha soluzioni a breve termine, e che mette a dura prova la capacità delle democrazie europee di mantenere le garanzie raggiunte per tutti; md ha un patrimonio ormai di decenni di elaborazione culturale sulla materia, e MEDEL ha da ultimo animato un partecipato seminario a Parigi sul tema due settimane fa;
• la tragedia della democrazia in Turchia, con l’associazione di magistrati membro di MEDEL sciolta per decreto governativo, 3000 giudici arrestati e destituiti, senza dimenticare avvocati, giornalisti, professori, ecc., e l’afasia delle istituzioni in proposito;
• la crisi dell’UE, con la Brexit che ha dato un colpo durissimo all’integrazione, ed il populismo di una serie di governi che ne bloccano l’azione;
• il terrorismo globale (voglio qui solo ricordare il workshop di Pisa nell’inverno scorso).
Non voglio qui lanciare allarmi, anche se c’è chi teorizza che il ruolo di lanceur d’alerte concretizzi la giurisdizione del 21º secolo. Voglio invece dire che abbiamo un campo d’azione molto vasto, oltre all’irrinunciabile azione sindacale, soprattutto di protezione dell’indipendenza interna, su cui come associazione di magistrati progressisti, aperta da sempre al confronto ed all’elaborazione intellettuale collettiva, abbiamo detto molto e soprattutto abbiamo molto da dire.
Gualtiero MICHELINI