Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari cessano di esistere come “luoghi di contenimento” e la legge che ne disponeva la chiusura trova finalmente applicazione dopo ripetuti rinvii .
Psichiatria Democratica, Magistratura Democratica e molti dei loro iscritti sono stati tra coloro che hanno contribuito a questo risultato.
Non ci siamo mai nascosti i problemi che la chiusura degli OPG doveva (e deve) affrontare né l`esigenza di concordare soluzioni sostenibili che non possono fare a meno della collaborazione fra gli organismi centrali, le amministrazioni locali, la societa’ civile e gli operatori interessati.
Tuttavia, non possiamo oggi sottovalutare il fatto che moltissimi enti territoriali non hanno ancora adottato le soluzioni indispensabili per far funzionare il regime alternativo (un`analisi delle diverse situazioni e` disponibile sul sito di Psichiatria Democratica).
Questa circostanza e il mancato completamento degli aggiornamenti normativi sono destinati a porre in seria difficoltà gli operatori, magistrati compresi, che si troveranno a dare risposta ai singoli casi.
Il lungo tempo trascorso dalla prima proroga avrebbe potuto e dovuto consentire alle istituzioni di farsi trovare preparate e di avere a disposizione gli strumenti formali e sostanziali che sono necessari. A partire dalle convenzioni fra enti territoriali, strutture sanitarie e uffici giudiziari che, come insegna l`esperienza in materia di tossicodipendenze, costituiscono un passaggio fondamentale per offrire a ciascuna persona la risposta che necessita.
Inizia così una fase molto delicata, in cui sarà necessario prevenire vuoti di intervento e disfunzioni che creerebbero sofferenze a molti e che al primo incidente rischierebbero di rimettere in discussione le soluzioni adottate e la stessa scelta di fondo.
Luigi Marini
presidente Magistratura democratica
Emilio Lupo
segretario nazionale Psichiatria democratica
(2 aprile 2015)