introduzione di G.Z.
Pubblichiamo la lettera di un aspirante magistrato.
La magistratura italiano è cambiata, non solo per il ventennio berlusconiano, ma anche per il progressivo innalzamento dell’età dei vincitori dei concorsi e per la circostanza che i nuovi magistrati, spesso, provengono da precedenti attività lavorative ed importano nella funzioni giudiziaria atteggiamenti mentali e modi di lavorare tipici del lavoro subordinato. Da qui nasce il richiamo che le, pure importanti, tematiche puramente sindacali hanno per i colleghi più giovani, il maggiore conformismo della giurisprudenza, la minore resistenza a fronte di gestioni gerarchiche degli uffici giudiziari.
Ma spesso si diventa magistrato, dopo duri sacrifici familiari e personali.
Pubblichiamo questa testimonianza proprio per ricordare a tutti noi, che accogliamo i giovani colleghi, la strada che hanno fatto e ritrovare nel loro entusiasmo nuove motivazioni per un esercizio democratico e costituzionalmente orientato della giurisdizione.
Spettabile Md,
mi chiamo P. D. mi sono laureato in Giurisprudenza, presso l’Università degli studi di ….. Vivo a …. Frequento la Scuola di specializzazione dell’Università di … e ho quasi finito un semestre di pratica forense.
Il mio sogno nel cassetto è sempre stato, fin da ragazzino, quello di diventare un magistrato. Come saprete, oggi per poter diventare un magistrato è necessario aver conseguito un diploma presso le Scuole di Specializzazione delle professioni legali oppure aver già superato l’esame di abilitazione per svolgere la professione di avvocato. Dopo la laurea è iniziato il periodo più difficile della mia giovane esistenza. Da una parte il sogno di una vita, dall’altra la difficile realtà per realizzarlo.
Purtroppo, in questo Paese le Scuole di specializzazione per le professioni legali hanno dei costi elevati, difficilmente alla portata di tutti, soprattutto per chi, come me, proviene da una famiglia monoreddito (mio padre è un carabiniere e mia madre una casalinga). I miei genitori, come sempre, mi hanno garantito il massimo appoggio nelle mie scelte, hanno addirittura contratto in mutuo pur di finanziarmi la scuola. All’aleatorietà del concorso, pertanto, si unisce un investimento oneroso di denaro. Da diversi anni, per aiutare il più possibile i miei genitori nel mantenermi gli studi, lavoro come cameriere.
Mi rendo conto che, forse, sono troppo idealista, spero, nonostante ciò, di poter realizzare le mie ambizioni. Nella vita non sogno particolari ricchezze economiche, anzi, mi auguro di guadagnare il giusto per condurre una vita dignitosa – la dignità, secondo me, ha un valore fondamentale nella vita di un uomo – e, inoltre, sogno di avere una famiglia, che reputo il bene più prezioso.
Vorrei chiederVi dei consigli su come muovermi in quest’ambiente, in particolare, se, ai fini di una meglio preparazione possibile al concorso in magistratura, conviene svolgere la pratica forense, fare il tirocinio in Tribunale (avvalendosi dell’art. 73 decreto del fare) o trovarsi un lavoro part time, mentre, attraverso la frequenza di una Sspl e lo studio dei manuali a casa ci si forma per affrontare il concorso.
Devo dire che ho fatto già richiesta per il tirocinio in tribunale, quindi sono stato assegnato ad un magistrato e da luglio dovrei iniziare a svolgere questo tirocinio, tuttavia mi spaventa il fatto che si tratti di 18 mesi totalmente gratuiti (però, se utili alla mia formazione sono disposto al sacrificio).
Voglio guadagnarmi il mio posto in questo Paese, non voglio restare indifferente ai problemi che lo affliggono. Sono disposto a fare tutti i sacrifici necessari pur di realizzare il sogno che coltivo da una vita.
Mi scuso per il disturbo.
Cordiali saluti
***Chi volesse intervenire sul tema o raccontare la sua esperienza sia di formazione per il concorso, sia di tirocinio post concorso può scrivere a stampa@magistraturademocratica.it, (non saranno pubblicati contributi anonimi ma, su eventuale richiesta dell’autore, non saranno indicati i dati che potrebbero renderlo riconoscibile)
(8 giugno 2014)