intervento pubblicato sul Corriere della Sera dell’8 novembre 2013
L’articolo «L’ambigua scelta dei magistrati democratici» di Giovanni Bianconi (Corriere di ieri) rende doverose alcune precisazioni. In una agenda, curata da Md, e dedicata al tema «Diritti e persone» abbiamo pubblicato, tra gli altri, l’intervento di un noto scrittore, accompagnato da un commento redazionale dí netta presa dí distanza da alcuni passaggi; la scelta di pubblicare comunque quel testo, può essere giudicata opportuna o inopportuna, corretta o sbagliata, ma chiara.
Nessuna ambiguità e nessuna incertezza, oggi come ieri, di Magistratura democratica e dei magistrati democratici contro tutte le logiche di violenza. A partire dagli anni 70 i «magistrati democratici» furono presenti in tutte le sedi in cui sì dovettero condurre indagini e celebrare processi; e lo fecero con risultati importanti, pagando spesso grandi prezzi personali nella convinzione che i motivi del dissenso non possono mai giustificare forme di violenza e che queste, se integrano reati, devono essere punite. Le stesse valutazioni esprimiamo oggi nella difesa della legalità da ogni aggressione e da ogni violenza. Nell’esprimere oltre un anno fa solidarietà ai magistrati torinesi per i fatti accaduti in Val di Susa sgombrammo ancora una volta il campo da ogni incertezza sulla distinzione che esiste fra idee, critiche e metodi violenti: legittime le prime, Inaccettabili e da perseguire i secondi.
Anna Canepa, segretario generale Magistratura democratica
(8 novembre 2013)