ROMA – Il
bisogno di lavorare, diritto e insieme dovere, è diventato tragico
protagonista del vivere quotidiano di troppe persone. Lavoratori e
lavoratrici disposti a mettere in pericolo la salute propria, quella
dei familiari e dei concittadini, pur di lavorare, come il caso Ilva
dimostra, e tanti altri sopraffatti dalla mortificazione di non aver
più un lavoro e nessuna possibilità di trovarlo, di non poter
sperare in una esistenza libera e dignitosa, quella promessa dalla
nostra Costituzione, come è accaduto a Giseppe Burgarella e a coloro
i cui nomi erano elencati prima del suo, nel foglio simbolicamente
custodito in una copia della Carta del ’48.
Magistratura
Democratica ha sempre considerato i diritti e le tutele dei
lavoratori una fondamentale priorità del sistema democratico, ha
fortemente criticato le modifiche normative che, aumentando in modo
esponenziale la condizione di precarietà e la subalternità dei
dipendenti al potere datoriale, finiscono direttamente o
indirettamente per ledere il diritto al lavoro,la dignità dei
lavoratori e del lavoro stesso.
Magistratura
democratica auspica che il lavoro torni ad essere il fulcro di una
riflessione e di un impegno capaci di prendere le distanze da un
sistema votato alla centralità del profitto in un’ottica di
finanziarizzazione dell’economia per costruire su basi
attuali un sistema che restituisca dignità alle vecchie e nuove
forme di lavoro e che garantisca la tutela dei diritti fondamentali
della persona; questo, in un contesto nazionale ed
europeo capace di dare concretezza a quei valori che
Giuseppe Burgarella ha invano invocato assieme al rispetto della
Costituzione.
L’ESECUTIVO DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA
11 febbraio 2013