ROMA –
Sono sconcertanti le parole del Procuratore Grasso sulla politica del governo
Berlusconi in tema di lotta alla mafia. Sui sequestri ci sono leggi collaudate
già da qualche decennio e gli esiti positivi degli ultimi anni, in materia di
aggressione ai patrimoni mafiosi, sono dipesi dallo spirito di abnegazione e
dalla capacità professionale delle forze dell’ordine e della magistratura. Dobbiamo
ricordarci, in proposito, che la denigrazione sistematica del lavoro dei
magistrati non può essere certo annoverata tra le azioni favorevoli alla lotta
alla mafia. Il Codice Antimafia, poi, varato nel biennio 2010-2011, a detta di
esperti, a livello accademico e giudiziario, brilla per inadeguatezze e lacune.
Inoltre, il governo Berlusconi non ha fatto nulla in tema
di evasione fiscale e lotta alla corruzione che sono i terreni su cui
attualmente si stanno rafforzando ed espandendo i clan. Per non parlare delle
leggi che hanno agevolato il rientro in Italia di capitali mafiosi nascosti
all’estero e della mancata introduzione di norme in grado di colpire le
alleanze nell’ombra tra politici e boss. Si aggiunga che non c’è stata nessuna
novità in tema di lotta al riciclaggio e ci sono stati reiterati tentativi per
indebolire il decisivo strumento investigativo delle intercettazioni. In altri
termini, la politica antimafia del centrodestra ricorda molto il titolo di un noto
brano del cantautore emiliano Ligabue “Tra palco e realtà”: tanti proclami e
poca sostanza”.
Piergiorgio Morosini (segretario generale di Magistratura Democratica)