di Luigi Marini
L’insediamento
del comitato direttivo che ha il compito di guidare e gestire la nuova scuola
della magistratura è un fatto di grande importanza.
Una nascita
travagliata, in cui tutte le incoerenze e l’ideologia dei governanti hanno
aggiunto problema a problema.
Il discorso
di saluto pronunciato dalla Ministro della Giustizia ha avuto un taglio e
contenuti ben diversi da quelli che hanno caratterizzato gli interventi di chi
la ha preceduta ed ha aperto prospettive di razionalità lontane dalle logiche ideologiche
e ottuse che avremmo potuto trovarci davanti. Questo fa ben sperare per un buon
avvio del difficile percorso che attende il comitato direttivo.
Il passaggio
dalla formazione consiliare a quella che ci attende dovrà avvenire in modo
progressivo e richiederà molte scelte e molti passaggi intermedi da affrontare
con lucidità, buon senso e volontà di raggiungere il migliori risultato;
richiederà collaborazione fra le istituzioni; richiederà, tra l’altro, la
capacità di non agire secondo logiche di appartenenza e di costruire una
direzione collegiale all’altezza del compito.
Credo che la
trasparenza dei percorsi decisionali e delle scelte delle diverse
amministrazioni debba, in questo contesto, costituire una priorità per una
formazione che sia al servizio di tutti.