ROMA – Siamo di fronte al solito attacco
unilaterale. Certe affermazioni tradiscono una visione della
democrazia refrattaria all’indipendenza della funzione giudiziaria e
insensibile alle procedure di legge tra cui il sindacato di costituzionalità
delle norme. Immaginare l’intera giurisdizione nazionale e persino la
Corte Costituzionale come orchestrate da un gruppo di pubblici ministeri, è
semplicemente stravagante. E sorprendono gli strali contro magistrati che
fanno il loro dovere, a fronte del silenzio verso magistrati “fuori ruolo”
coinvolti in inchieste sul malaffare.
Nel pieno rispetto della separazione dei poteri, Magistratura democratica
ritiene sia un dovere istituzionale, per ogni magistrato, intervenire nelle
sedi competenti per segnalare eventuali profili di non compatibilità delle
leggi ordinarie con la Carta Costituzionale e con le Carte internazionali. E
considera fisiologico per la democrazia e un servizio al cittadino, la
partecipazione dei magistrati al dibattito pubblico su riforme che riguardano
la giustizia.
Piergiorgio Morosini (segretario generale di Magistratura democratica)