

Comunicato stampa Morosini su applausi Thyssen
ROMA - "Morire di lavoro" in Italia continua ad essere una tragica realtà che deve, in ogni sede e in ogni momento, sollecitare il senso di responsabilità di tutti i protagonisti del mondo lavorativo: imprenditori, lavoratori, organizzazioni sindacali, organi di vigilanza e magistratura. Sono sconcertanti gli applausi rivolti all'amministratore delegato della Thyssen condannato in primo grado per omicidio doloso in occasione del meeting della Confindustria.
Certe manifestazioni costituiscono un dato allarmante e non tollerabile in una società che riconosca nel lavoro il fondamento dello Stato e l'espressione della libertà e dignità delle persone. Dimostrano lo scarso rispetto per l'operato della magistratura, peraltro con il rischio di assimilazione alla campagna anti-toghe orchestrata ad arte da alcune componenti politiche. E provano la ridotta sensibilità verso l'impianto normativo in difesa della vita e della dignità dei lavoratori, nonostante i dati Inail, solo nel 2010, registrino inItalia 980 morti sul lavoro, oltre le invisibili morti bianche.
La lettura di questioni complesse, come quelle affrontate dalla sentenza torinese, solo in termini di colpo alla libertà di impresa e alla possibilità di investimenti futuri da parte di capitali stranieri in Italia rappresenta una forte regressione culturale nel modo di concepire le relazioni industriali. Si è persa una occasione per interrogarsi sul modo di coniugare oggi sviluppo d'impresa, innovazioni tecnologiche, sicurezza e dignità sui luoghi di lavoro, in un momento in cui per tante persone il rischio di disoccupazione non lascia alternative e viene sostanzialmente espropriato il diritto di discutere all'interno dell'azienda se ci siano strade meno rischiose per la salute del singolo.
Piergiorgio Morosini, Segretario Generale di Magistratura Democratica