Un decalogo per i capi ufficio

Documento

Un decalogo per i capi ufficio

di Esecutivo di Magistratura Democratica
Lo vediamo così

Un “decalogo” per i capi ufficio scritto da magistrati e non magistrati, che non fissa regole (non competono a noi), ma individua valori e prospettive che riteniamo essenziali e conformi alla figura ordinamentale che la nostra Costituzione, le normativa e l’esperienza ci propongono.

Un capo al servizio dei beni comuni (giustizia; diritti; legalità), al servizio dei magistrati (e della loro indipendenza) e del personale dell’ufficio. Un capo che sa di non avere il diritto di diventarlo e che si preoccupa dei compiti e dei doveri che la funzione gli richiede. Un capo che sa motivare e progettare e, per fare questo, sa ascoltare e decidere. Un capo che conosce le regole base della tecnologia e della gestione e nello stesso tempo valorizza le competenze altrui. Un capo che cura la formazione e non ha paura di valutare. Un capo che lavora di più dei “suoi” magistrati e sa guardare oltre i confini del proprio ufficio.

Troppe competenze? Troppi doveri? Forse, ma tutti abbiamo sperimentato la differenza che un buon capo ufficio può fare. Discutiamone. Provare a scrivere il decalogo ci è servito per capire di più. Confrontarci con altri prima di definirlo è stato un arricchimento. Speriamo che leggerlo e parlarne sia utile a molti.

Luigi Marini


IL DOCUMENTO (accedendo con username e password puoi lasciarci un tuo commento)

a cura di: Claudio Castelli, Presidente Aggiunto GIP Tribunale di Milano; Pasquale Liccardo, Presidente di Sezione Tribunale di Bologna; Luigi Marini, Magistrato Corte di Cassazione; Maria Eugenia Oggero, Magistrato distrettuale Corte d’Appello di Genova; Luca Verzelloni, direttore COMIUG; Mauro Salvato, Università di Padova; Stefano Zan, Università di Bologna e Presidente COMIUG.

07/05/2012

Articoli Correlati

Ordinamento

Rinunciare alla legge della forza, investire sulla forza della legge


Il Consiglio superiore della magistratura è organo di rilievo costituzionale, chiamato ad assicurare autonomia e indipendenza della magistratura. La tipologia di funzioni esercitate dal CSM e la sua stessa composizione (con composizione mista, con componenti laiche designate dal Parlamento con maggioranze qualificate e componenti togate elette, all’esito di un confronto elettorale) tratteggiano una fisionomia del CSM connotata da un intrinseco tasso di politicità, cui è connaturale l’attribuzione di un significativo tasso di discrezionalità.

Ordinamento

Processo penale telematico: dallo scampato pericolo all'occasione da cogliere?


Tra temi e domande di cui si è discusso in questi giorni a proposito del PPT: l’informatica pensata dal ministero ha un ruolo servente rispetto al diritto? E il ministero ha a cuore l’inveramento del precetto costituzionale che lo obbliga a predisporre i mezzi per la gestione digitale?

da Lista iscritti

Reclutamento dei magistrati e prerogative del Csm


1. Una cruciale prerogativa del Consiglio: le decisioni in materia di assunzione dei magistrati.

Esiste un legame strettissimo e indissolubile tra autonomia, indipendenza e meccanismi di selezione di coloro che saranno chiamati a svolgere funzioni giurisdizionali.

da Lista iscritti

Si può cambiare l'accesso alla magistratura?


Le polemiche sulle tracce assegnate ai concorsi per la magistratura ordinaria riguardano, di solito, la tecnicità di alcuni argomenti o il fatto che richiedano una conoscenza specialistica della giurisprudenza più recente. Il fatto che la selezione avvenga sulla base di prove per le quali risulta determinante, più della preparazione, l’addestramento specifico fornito dalle scuole.

Ordinamento

L’assemblea generale Anm dell’11 giugno 2023: un percorso di consapevolezza


I magistrati hanno a cuore la propria indipendenza? Sono consapevoli del perché viene riconosciuta? E sapranno individuare le strategie vincenti per difenderla?

Non sono domande retoriche, specie in vista dell’assemblea generale dell’11 giugno.