

Depotenziati stage e ufficio per il processo
ROMA - Quando siamo intervenuti criticamene sul richiamo alle "riforme della giustizia" formulato poche ore dopo la sentenza Berlusconi certamente pensavamo agli interventi sulla Costituzione e sulle leggi di ordinamento. Può essere, comunque, utile ad ampliare il quadro leggere il comunicato di InnovazionePerArea che pubblichiamo di seguito.
Dopo i mirabolanti annunci del Ministro della giustizia Alfano e del Ministero Brunetta sulla rivoluzione digitale e organizzativa della giustizia, annunci rimasti senza importanti seguiti reali se non una crescente crisi di risorse e progetti, giungiamo adesso allo stop della prima misura che cercava di dare sostanza all' "ufficio del processo" e imboccava una strada di novità nel panorama deprimente delle politiche sulla giustizia.
Da anni avanziamo proposte per dare risposte ai problemi della giustizia di ogni giorno, quella che i cittadini ci chiedono e di cui molti commentatori parlano continuamente in una Babele di lingue. Da anni diciamo che la magistratura onoraria ha diritto a un assetto ragionevole e dignitoso, che l'accesso alla magistratura deve essere aggiornato, che l'ufficio per il processo può essere uno strumento formidabile di efficienza e di cambiamento, che l'innovazione sperimentata in alcune sedi deve diventare un volano su cui investire.
Non pretendiamo di avere ragione su tutto, ma solo interventi migliori potranno convincerci se e quando arriveranno.
Non sappiamo se sia vero, come alcuni dicono, che esiste una "lobby" che ha bloccato il cambiamento ed è probabile che siano stati interessi convergenti a condurre a questo risultato.
E se anche fosse vero che la nuova norma poneva problemi di coordinamento con l'esistente il problema avrebbe potuto essere segnalato per tempo e il testo migliorato, evitando di abbandonarlo all'ultimo istante e in questo modo. Una scelta che condanna allo stallo uffici in gradi difficoltà e chiude una strada che molti giovani speravano di percorrere utilmente.
Se questi sono i segnali che provengono dalla politica, abbiamo tutto il diritto di affermare che non siamo noi a difendere l'esistente, ma chi propone cambiamenti che per modalità, contenuti e finalità si rivelano dannosi e, spesso, contrari alla nostra Costituzione. Condannandoci così all'immobilità.
InnovazionePerArea
Con un autentico colpo di mano il Senato ha abrogato il comma 12 dell'art. 73 del D.L. "Fare", ovvero il comma che faceva diventare abilitanti alla partecipazione al concorso di magistratura i tirocini formativi.
Risulta così affossata una prima realizzazione dell'ufficio per il processo che poteva dare nel contempo più efficienza alla giustizia, attraverso un apporto qualificato ai magistrati, e una formazione qualificata per i giovani laureati.
Vince la perpetuazione di un sistema di formazione e di accesso al concorso di magistratura oneroso per i giovani e scarsamente efficace.
I provvedimenti del governo in materia di giustizia vengono ad essere così privi di effetto.
Una scelta chiaramente contro i giovani e contro l'efficienza della giustizia.
(8 agosto 2013)