Crisi dello Stato di diritto in Romania

Romania

Crisi dello Stato di diritto in Romania

di Esecutivo di Magistratura Democratica
La dichiarazione di Medel (Magistrats Européens pour la Démocratie et Les Libertés) sulla crisi dello stato di diritto in Romania e sulle riforme avviate nel 2017 che mettono a rischio l’indipendenza del sistema giudiziario e l’azione di contrasto al fenomeno della corruzione

 

Sulla situazione della magistratura rumena pesa un altro recente avvenimento rivelatore del percorso preoccupante verso il degrado dello Stato di diritto in quel Paese.
MEDEL considera molto preoccupante la revisione delle tre leggi fondamentali sulla magistratura (gli statuti di giudici e pubblici ministeri, l'organizzazione dei tribunali e del pubblico ministero e l’organizzazione del Consiglio superiore della magistratura) che sono entrate in vigore tra luglio e ottobre 2018 e le proposte di modifica della procedura penale.

In qualità di vicepresidente, Frans Timmermans ha dichiarato al Parlamento europeo il 3 ottobre 2018 che questi cambiamenti mettono seriamente a rischio l'indipendenza e l'efficacia della magistratura, specialmente nel combattere la corruzione.
Le modifiche adottate nel 2017 che influenzano maggiormente lo stato di diritto sono state chiaramente descritte nel rapporto del marzo 2018 del GRECO (Gruppo di Stati contro la corruzione) e nei pareri della Commissione di Venezia del 20 ottobre 2018 (n. 927/2018 e n. 930/2018), e sono state ribadite nella relazione della Commissione europea di cooperazione e verifica (CVM), resa nota il 13 novembre 2018: le regole di nomina e revoca dei procuratori di alto rango e l’aumento dei poteri del Ministro della giustizia (rischi già confermati dal licenziamento dell'anno scorso del procuratore a cui era stato affidato l’incarico di svolgere indagini sulla corruzione); le regole che limitano la libertà di parola dei magistrati, in particolare verso gli altri poteri dello Stato; le regole riguardanti la possibilità di licenziamento di membri eletti del Consiglio superiore della magistratura. 

Inoltre - come ha ripetutamente denunciato MEDEL, anche in una lettera indirizzata alla Commissione europea sulla relazione CVM - l'influenza dei servizi segreti, raggiunta attraverso protocolli segreti con le istituzioni della magistratura, rappresenta una grave minaccia per l’indipendenza della magistratura rumena.

Nonostante tutte le critiche delle istituzioni internazionali, le proteste pubbliche dei magistrati rumeni e i seri avvertimenti della Commissione europea nel rapporto CVM, il Governo rumeno insiste nella sua intenzione di cambiare le regole del sistema giudiziario, facendolo attraverso ordinanze di emergenza - come nel caso della recente ordinanza di emergenza 7/2019 e di una nuova e più recente ordinanza, pubblicata il 7 marzo 2019, destinata a modificare alcuni aspetti di quella precedente.

Sfortunatamente, l'atteggiamento responsabile dell'UNJR (associazione dei membri rumeni di MEDEL) – che insiste nel mantenere il dialogo con il Governo per cercare di limitare l’impatto negativo dei cambiamenti intrapresi - non ha smosso il Governo rumeno, che dimostra una tendenza molto preoccupante a non rispettare gli standard internazionali di base dell'indipendenza della magistratura.

Le informazioni fornite di recente dal procuratore capo della Sezione appena costituita per indagare le infrazioni all'interno della magistratura – secondo cui, nell’ambito dei casi penali riguardanti i magistrati, alcuni di essi sono stati aperti d'ufficio dalla direzione Nazionale anticorruzione contro i giudici per le loro sentenze civili o penali – suscita seria preoccupazione su quanto questa pratica influenzi l’indipendenza dei giudici in Romania.

Secondo le norme internazionali, i giudici devono essere liberi di decidere solo in base alla legge e al merito del caso, e qualsiasi pressione su di loro - in particolare con la minaccia di indagini penali per la loro sentenza - è del tutto inaccettabile. E comunque, i cambiamenti necessari per evitare tali abusi non devono in alcun caso pregiudicare l'indipendenza della Magistratura o la lotta effettiva contro la corruzione.

L'indipendenza della magistratura è uno dei pilastri fondamentali dello Stato e le leggi che la governano devono essere fatte in modo chiaro, trasparente e ampiamente discusso, e non attraverso ordinanze di emergenza.
Alla luce di quanto detto sopra, MEDEL (Magistrats Européens pour la Démocratie et Les Libertés) chiede al Governo rumeno:

  • di adottare un atteggiamento trasparente e responsabile in relazione alle modifiche apportate alle leggi che riguardano la magistratura, cessando l’emissione di ordinanze di emergenza e promuovendo un dibattito diffuso che coinvolga tutti i soggetti rilevanti della società civile;
  • di assicurarsi che il Consiglio superiore della magistratura abbia il tempo di consultarsi con il corpo professionale dei giudici e dei procuratori per rilasciare pareri consultivi su qualsiasi modifica proposta;
  • di rispettare pienamente l’indipendenza della magistratura (soprattutto rispettando la possibilità dei giudici di decidere liberi da qualsiasi pressione, proveniente tanto dall’interno quanto dall’esterno del sistema), tenendo in conto i pareri e le raccomandazioni delle istituzioni internazionali, in particolare della Commissione europea.

 

MEDEL continuerà a seguire con attenzione i dibattiti che riguardano la magistratura ed esprime la sua solidarietà a tutti coloro che hanno pubblicamente affermato la loro preoccupazione per il degrado dello Stato di diritto in Romania.

16/03/2019

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